Gli azionisti di Vivendi hanno dato il via libera a larghissima maggioranza ai piani del colosso dei media francese per lo scorporo dell'etichetta discografica Universal, rafforzando la presa di Vincent Bolloré sul gruppo. Vediamo i dettagli.
Vivendi: ok dai soci per spin-off Universal Music Group
Nell'assemblea tenutasi ieri il gruppo transalpino dell'entertainment controllato dalla famiglia Bollorè ha resistito al tentativo di spallata di alcuni fondi di investimento. In fondi Bluebell Capital Partners e Artisan Partners hanno affermato che la transazione è sfavorevole per alcuni investitori, preparando il terreno per quella che sarebbe potuta essere una impasse tra Bolloré e alcuni azionisti di minoranza.
I due fondi erano contrari alla distribuzione ai soci del 60% del capitale di UMG, in quanto giudicata fiscalmente inefficiente, ma anche sul buyback sul 50% del capitale, considerato uno strumento finalizzato a consentire al gruppo Bollorè di mantenere il controllo dell’azienda transalpina senza dover promuovere un'OPA.
Tuttavia, la proposta di scorporare Universal, che comporta la distribuzione del 60% delle azioni agli azionisti di Vivendi, ha ricevuto oltre il 99% di voti a favore. Vivendi ha in programma di quotare Universal Music Group ad Amsterdam in autunno. Il gruppo ha fatto sapere che Universal potrebbe debuttare sul mercato il 21 settembre 2021. L’etichetta discografica è valutata 33 miliardi di euro dalla controllante.
Bolloré, azionista di maggioranza con una partecipazione del 27%, sarà uno dei primi beneficiari della transazione in seguito alla quotazione della casa discografica. Sulla base di una valorizzazione di 33 miliardi di euro per Universal, il 60% che gli azionisti di Vivendi riceveranno corrisponde a circa 21 miliardi di euro e includendo anche dividendi ordinari e straordinari, dal 2015 sono stati distribuiti ben 35 miliardi agli azionisti, si legge su Les Echos.
Con scorporo Universal Vivendi perde la sua punta di diamante
Con l'uscita di Universal Music Group dal perimetro del gruppo, Vivendi perde la sua punta di diamante, anche se si è impegnata a restare azionista con il 10% e Bollorè avrà il 18%. È infatti da Universal che viene buona parte del fatturato e redditività: nel 2020 7,4 miliardi sui 16,1 miliardi del gruppo con un EBITDA di 1,3 miliardi su un totale di 1,6 miliardi di Vivendi.
Dopo lo scorporo, il principale asset del gruppo sarà quindi Canal+, seguito dall'agenzia Havas, dalla casa editrice Editis, da Prisma Media e Gameloft. A questo si aggiungono le quote in Telecom Italia (23,75%) e in Lagardere (26,7%).
Tra le banche di investimento più importanti al mondo, sei di queste (su otto) hanno un rating “Buy” (Credit Suisse, JP Morgan Chase & Co., UBS, Goldman Sachs, Kepler Capital Markets, Deutsche Bank, HSBC, HSBC, Morgan Stanley, Société Générale) mentre due “Hold”. Il consensus degli analisti vede un target price a 32,34 euro per azione.