Dopo essere andato in negativo per la prima volta nella storia, da aprile 2020 il petrolio WTI ha iniziato un rally che lo ha riportato verso i massimi dal 2018 sopra i 70 dollari al barile. Diversi i motivi che hanno spinto verso l’alto i corsi dell’oro nero, in primis l’arrivo dei vaccini anti-Covid che grazie alla loro rapida diffusione hanno progressivamente allentato le misure restrittive in atto in molti Stati del mondo per contenere l’andamento dei contagi.
Gli effetti del virus si sono visti sull’offerta, con l’OPEC+ che continua a mantenere un atteggiamento piuttosto cauto sulla ripresa della produzione a pieno regime. Diversi gli elementi che in futuro potrebbero penalizzare le quotazioni della materia prima. Innanzitutto nel breve periodo non si possono escludere nuove chiusure, che arriverebbero nel caso in cui si dovessero sviluppare ceppi virali resistenti al virus. Nel medio-lungo termine tuttavia il focus sarà su fonti di energia alternative al fossile, come l’eolico, l’idrogeno e il solare.
Al momento la decarbonizzazione potrebbe rappresentare un problema relativo, in quanto ci vorranno numerosi anni perché l’uso del petrolio venga ridotto sensibilmente: in questo senso è interessante vedere i numeri presentati da Tearfund con l’International Institute for Sustainable Development e l’Overseas Development Institute, che mettono in evidenza come tra gennaio 2020 e marzo 2021 i Paesi del G7 abbiano speso più denaro nelle energie fossili rispetto a quelle pulite, nel dettaglio 189 miliardi di dollari rispetto a 147 miliardi di dollari.
Per gli esperti, i pacchetti di aiuto statali presentano pochi incentivi alla transizione energetica, sostenendo perlopiù le industrie altamente inquinanti per il prossimo futuro. In questo scenario caratterizzato dal rialzo del petrolio e una lenta ma progressiva decarbonizzazione, le aziende del comparto oil&gas devono cercare di rinnovarsi spingendo sempre di più alla cosiddetta neutralità carbonica. Qui si inserisce Exxon Mobil, una delle principali compagnie statunitensi nel settore petrolifero.
Exxon Mobil: i conti del 1° trimestre 2021 e la spinta alla decarbonizzazione
Nel 1° trimestre 2021 Exxon Mobil è tornata in utile per la prima volta dopo 4 trimestri in perdita guadagnando 2,7 miliardi di dollari. Gli utili per azione si sono attestati a 0,65 dollari, mentre i ricavi a 59,15 miliardi di dollari. Entrambi i dati si sono rivelati superiori alle stime degli analisti, che prevedevano rispettivamente misurazioni a 0,59 dollari e 54,6 miliardi di dollari.
A spingere i conti della società sono stati principalmente due elementi: il primo è quello relativo al rialzo delle materie prime, il secondo è la politica di taglio dei costi adottata. Per quanto riguarda la decarbonizzazione, è interessante evidenziare come il fondo attivista Engine No. 1 sia riuscito a guadagnare terreno nella sua battaglia per rendere Exxon più proattiva nella lotta al cambiamento climatico inserendo tre suoi candidati all’interno del CdA del gruppo.
Questo evento è estremamente importante, in quanto il fondo detiene solamente lo 0,02% delle azioni Exxon. L’obiettivo di Engine No. 1 è quello di far arrivare la compagnia a emissioni zero entro il 2050. La svolta green è comunque positiva anche per gli azionisti. Nel 2020 3 titoli su 4 categorizzati come “sostenibili” hanno battuto un indice azionario approssimativamente comparabile di azioni convenzionali.
Sempre con riferimento allo scorso anno, nei fondi ESG sono stati investiti 51,1 miliardi di dollari, più del doppio del 2019 e oltre 9 volte rispetto ai livelli del 2018. Da evidenziare anche come vi siano sempre più iniziative che mirano alla riduzione delle emissioni da parte delle aziende. Una di queste è la Net Zero Asset Managers, un gruppo che al momento conta 87 gestori con 37.000 miliardi di dollari in Asset Under Management, che ha l’obiettivo di spingere le società di cui detengono azioni ad arrivare al target di emissioni zero entro il 2050. Tra i nomi che aderiscono all’iniziativa compaiono colossi come BlackRock, State Street e Vanguard.
Azioni Exxon Mobil: analisi tecnica e strategie operative
Da un punto di vista grafico, le azioni Exxon Mobil sono inserite all’interno di un uptrend di breve peirodo iniziato a fine ottobre 2020. Il forte rialzo da parte dei prezzi ha raggiunto un importante area resistenziale, che se superata consentirebbe ai compratori di invertire la tendenza ribassista di breve periodo.
Per fare questo sono necessari due elementi: il primo è relativo al superamento dell’area compresa tra i 62,50 dollari e i 67,04 dollari, dove passano rispettivamente la linea di tendenza che unisce i minimi di maggio 2005 e giugno 2010 e il livello orizzontale espresso dai minimi di luglio 2011.
Il secondo fattore favorevole agli acquirenti è invece il breakout della trendline disegnata con i massimi di luglio 2014 e gennaio 2018, transitante a 72,50 dollari. La tendenza ascendente di breve verrebbe invece messa in difficoltà nel caso in cui i venditori dovessero spingere le quotazioni al di sotto del supporto a 55,10 dollari. Operativamente, strategie long sono valutabili da 55 dollari, mentre gli short dal test dei 67 dollari.
Vuoi fare trading sulle azioni Exxon Mobil?
Apri un conto con il broker www.kimuratrading.com e fai trading sulle azioni Exxon Mobil e su tutti gli altri titoli americani a commissioni ZERO.
Apri un conto REALE da QUI.
Richiedi un conto DEMO gratuito da QUI.