L'avvio di Wall Street si preannuncia essere scoppiettante per le azioni cinesi quotate. Alibaba, Tencent e JD.com nel trading pre-market stanno salendo di oltre il 20%. Ad azionare la molla è stata la notizia. giunta dall'agenzia di stampa del Governo cinese Xinhua durante la sessione della Borsa asiatica. che le Autorità di Pechino metteranno in campo una vasta politica di stimoli monetari che include nuovi prestiti per sostenere le aziende cinesi.
Inoltre, sul fronte normativo verrà elaborato un piano di collaborazione con i regolatori statunitensi per evitare che le società tecnologiche cinesi possano essere delistate dalla Borsa americana. Al riguardo il media statale ha citato una riunione sulla stabilità finanziaria presieduta mercoledì dal vicepremier Liu He.
Negli ultimi giorni la minaccia del delisting si era resa sempre più concreta, alla luce dell'inserimento in black list di 5 aziende della Cina da parte della Securities and Exchange Commission. Secondo la Commissione di Borsa statunitense, le azioni saranno eliminate dagli indici USA se le società non provvederanno ad allinearsi agli standard contabili americani.
Questo ha fatto temere per altre grosse società quotate a Wall Street, in considerazione delle posizioni contrapposte tra Washington e Pechino sul tema. Il Dragone fino a oggi è stato molto riluttante a consentire alle proprie aziende di fornire dati che a suo avviso potrebbero essere utilizzati per scopi politici. Questa apertura adesso potrebbe essere un vero inizio per dipanare una questione che rischia di avere ripercussioni gravi nei prossimi anni.
Per quel che riguarda invece la pressione del Governo sulle grandi realtà tecnologiche del Paese, il rapporto dei media statali ha affermato che l'azione repressiva nei confronti delle aziende tecnologiche cinesi dovrebbe finire presto. Una cosa che gli investitori stanno aspettando da parecchio tempo.
Azioni Cina: un nuovo corso per le big tech?
Il sell-off finora che ha colpito colossi come Alibaba, Tencent e JD.com è stato spaventoso e fuori da ogni grazia, secondo molti osservatori. Da un anno e mezzo le tech cinesi non hanno respiro dalla pressione delle Autorità cinesi e in pochi giorni hanno bruciato oltre 100 miliardi di capitalizzazione.
Se si conta quanto denaro è stato spazzato via da luglio 2020 riguardo tutte le società che in qualche modo sono finite nel mirino del Governo, si registra una cifra di oltre 1.500 miliardi di dollari.
Molti pensavano che nel 2022 l'ira di Pechino si sarebbe placata, ma in realtà fino a ieri gli effetti sismici si sono sentiti tutti. Tencent ad esempio rischia una multa enorme per una presunta violazione delle norme antiriciclaggio in merito alla sua piattaforma WeChat.
Alibaba è stretto all'angolo sulla questione dell'esercizio di posizione dominante. Alla fine, sfibrando le società più preziose e nel nome della prosperità comune di Xi Jinping, si rischia di affossare quella che è stata la colonna portante della straordinaria crescita cinese in tutti questi anni.
Ora si spera che questa mossa di Pechino sia solo l'inizio di un nuovo corso che punti a stabilizzare la situazione e quindi ad aprire la strada per una rinascita delle big tech cinesi. Russ Mould, analista del broker AJ Bell, ha affermato che la velocità con cui le Authority hanno risposto alle vendite di questa settimana lascia pensare che il Governo non desidera che le cose vadano fuori controllo.
Anche Larry Hu, capo economista cinese di Macquarie, è sulla stessa linea. L'esperto sottolinea come il tono utilizzato dai responsabili politici sia alto e questo denota una certa preoccupazione per la recente disfatta del mercato.