Il grande successo nel settore delle auto elettriche di NIO e XPeng hanno fatto pensare che la Cina potesse essere terra di conquista per le imprese che decidessero di rivaleggiare con Tesla. In questi ultimi anni le 2 aziende hanno mostrato numeri importanti, raccogliendo miliardi di dollari grazie alle auto vendute e ponendosi obiettivi di estensione al di fuori dei confini cinesi.
Guardando al territorio sconfinato della seconda superpotenza mondiale si nota come ci siano svariati casi di fallimenti, un po' perché il Covid-19 ha prosciugato le risorse per qualunque ambizione velleitaria, un pò perché la carenza di mezzi tecnici e finanziari non ha fatto cogliere le opportunità che il settore offre.
Auto elettriche: il Governo cinese frena
Ad aver favorito la nascita di una moltitudine di produttori di auto elettriche da diverso tempo è stato il supporto delle Autorità governative sotto forma sia di finanziamenti che di incentivi. L'idea di fare di Pechino una grande centrale elettrica con fabbriche che spuntavano in sequenza creando posti di lavoro e benessere, aveva stuzzicato i funzionari statali. Ben presto però ci si è dovuti scontrare con una realtà diversa: stabilimenti abbandonati e aziende finite sotto procedura fallimentare. Senza contare tutte quelle società che hanno dovuto effettuare operazioni di ristrutturazione per evitare il default.
Poco più di una settimana fa il Ministro per l'Industria e la Tecnologia dell'informazione cinese ha ammesso che in Cina vi sono troppe aziende che producono veicoli elettrici, quindi è necessaria una maggiore concentrazione attraverso aggregazioni di settore. Alcuni ritengono che da Pechino possa arrivare anche lì una stretta per limitare la produzione.
I numeri del resto parlano chiaro: nel 2020 il Dragone ha aggiunto una capacità produttiva di circa 5 milioni di veicoli, ma solo un quarto di questi è stato effettivamente venduto e quasi la metà di quella capacità non è stata utilizzata. Attualmente nel Paese delle 846 case automobilistiche registrate, 300 si definiscono come aziende di auto elettriche o ibride.
Il Segretario Generale della China Passenger Car Association, Cui Dongshu, ha spiegato questo fenomeno come una conseguenza delle aspettative troppo alte dei Governi locali, intese come guida per un'espansione economica. Gli investitori a quel punto hanno visto una grande possibilità di profitto e vi si sono catapultati creando un'esuberanza nella capacità produttiva.
Auto elettriche: effetti dall'eccesso di offerta cinese
Gli investitori adesso dovrebbero essere molto vigili, perché qualsiasi provvedimento restrittivo della Regolamentazione cinese potrebbe avere effetti sulle società del settore quotate in Borsa. Alcune major già affermate sul mercato cominciano a temere il peggio. Ad esempio Zhejiang Geely Holding Group Co. vede in tutto questo un ciclo naturale ma che comporterà alcune vittime nel comparto.
Secondo Fend Qinfeng, Amministratore Delegato di Group Lotus Plc, l'errore fondamentale di molti produttori è stato quello di pensare che fosse facile entrare in un business complesso come quello delle automobili. Quando poi si sono accorti che la realtà non era così rosea per come immaginavano, a quel punto hanno smesso di fare investimenti e si è venuta a creare la situazione che oggi vediamo in Cina.