Apple ha vissuto un anno difficile: nel 2022 le azioni a Wall Street che hanno perso un quinto del loro valore. A condizionare il rendimento della società di Cupertino sono stati diversi fattori negativi: in primo piano c'è il sell-off generalizzato sui titoli tecnologici innescato dai rendimenti più alti sul mercato del credito ma il produttore di iPhone ha sofferto anche la crisi degli approvvigionamenti che ha determinato, e che continua a determinare, ritardi nelle consegne.
Apple: la forza del riacquisto delle azioni
Questi fattori hanno pesato sulle azioni Apple, ma la società guidata da
Tim Cook ha retto meglio delle altre big tech, anche grazie ai piani di riacquisto delle azioni.
Negli ultimi 10 anni Apple ha sbaragliato le altre società effettuando buyback per oltre 550 miliardi di dollari e l'aspetto interessante è che l'azienda non mostra segni di voler abbandonare, o rallentare, i piani. Anzi, per ognuno degli ultimi due anni, al programma ha aggiunto 90 miliardi di dollari.
Agli investitori piacciono i riacquisti perché, attraverso la riduzione del numero di azioni in circolazione, aumentano gli utili per azione. Inoltre, la domanda per il titolo cresce e questo contribuisce a spingere il prezzo in Borsa.
Mettendo in campo piani preconfezionati, in genere le aziende rischiano di pagare le proprie azioni oltre il dovuto: Apple, da quanto ha iniziato a fare i riacquisti 10 anni fa, ha acquistato ad un prezzo medio di 47 dollari per azione, mentre oggi il titolo scambia in area 140 dollari.
La politica di buyback stride con quella del dividendo: l'azienda stacca una cedola trimestrale di 23 centesimi per azione, con un rendimento che, allo 0,6% è tra i più bassi di Wall Street.
A frenare il ritmo dei riacquisti potrebbero essere gli investimeti rivolti ad altre categorie di prodotti come l'automotive. "In generale, gli investitori vorrebbero vedere la liquidità utilizzata per generare crescita, ma quando si guarda a un'azienda delle dimensioni di Apple e alla quantità di denaro di cui stiamo davvero parlando, distribuire decine di miliardi di dollari ogni anno per generare crescita è forse eccessivamente ambizioso", ha affermato Lewis Grant, senior portfolio manager di Federated Hermes Ltd.
Secondo Gene Muster, che ha seguito Apple durante una carriera di 21 anni come analista prima di co-fondare la società di venture capital Loup Ventures, "quando Apple continua a generare denaro e a riacquistare le proprie azioni, lancia un messaggio ben preciso, ossia che continuerà a farlo il più possibile".