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La Commissione Europea è molto permissiva con gli aiuti di stato alle imprese tedesche, quasi il triplo di quelle italiane e francesi;
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Il Governo tedesco entra in Luthansa acquistando il 20% delle quote azionarie;
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Il Tesoro stanzia altri 3 miliardi per Alitalia, portando a 12,6 miliardi il totale complessivo degli aiuti in 45 anni.
Gli sconquassi economici generati dal Covid-19 hanno sollecitato l'attenzione della Commissione Europea, chiamata costantemente a pronunciarsi sulle decisioni degli Stati di andare in soccorso delle aziende in odore di fallimento. E non si può certo dire che Bruxelles non sia stata particolarmente benevola con la Germania. Dai dati comunicati al Parlamento Europeo dalla vicepresidente esecutiva, Margrethe Vestager, emerge che allo stato attuale dei 2.130 miliardi di aiuti statali alle imprese, il 47% sono di matrice tedesca; più di quelli di Italia (18%), Francia (16%), Spagna (4%), Regno Unito (4%) e Belgio (2,5%) messi insieme. Il problema fondamentale è che gli aiuti non sempre sono correlati al Coronavirus. Già prima dello scoppio della pandemia alcune banche tedesche ormai decotte hanno visto l'ingresso dei Lander nel capitale azionario, come ad esempio nel caso dei 4 miliardi incassati dalla banca Nord LB di Hannover in Sassonia. Salvataggi al limite delle regole di Bail in, tanto volute da un'Europa visibilmente a trazione germanica, aggrappati alla postilla "vietati a meno che non effettuati a condizioni di mercato". Magari apripista ideale per la risoluzione delle grane riguardo il grande colosso bancario che tiene sveglio tutto l'entourage politico-finanziario internazionale, la Deutsche Bank.
Lufhansa: l'ultimo colpo di coda del Governo tedesco
L'ultimo salvataggio in ordine di apparizione è quello di Lufthansa. Berlino metterà altri 9 miliardi per comprare il 20% delle azioni della compagnia aerea attraverso la KFW, che è una specie di Cassa Depositi e Prestiti tedesca. L'operazione prevede che lo Stato effettui anche un prestito corrispondente al 5% del capitale azionario, che potrà convertire in azioni nel caso si profili una scalata ostile da parte di alcuni gruppi interessati ad acquisire il controllo della linea aerea a buon mercato. Lufhtansa è sprofondata nell'abisso dopo che il lockdown ha messo a terra il 95% della flotta di aviazione tedesca causando perdite di 1 miliardo di euro e mettendo a rischio 10.000 posti di lavoro. L'accordo tra il Governo tedesco e i vertici della compagnia è stato raggiunto, ora si attende l'approvazione del Comitato Direttivo del fondo di salvataggio, nonché il placet della Commissione Europea. Bisogna comunque precisare che l'obiettivo del Governo è quello di uscire gradualmente dal capitale societario, compatibilmente con il periodo che occorre per far allontanare Lufhtansa dalla crisi. Secondo i piani del Ministro delle Finanze, Olaf Scholz, il selling non avverrebbe prima del 2023. Dopo l'annuncio dell'accordo (25 maggio) il titolo Lufhtansa nella Borsa tedesca ha spiccato il volo piazzando un 7,5% nella giornata di ieri e un 5,90% durante le contrattazioni odierne.
Alitalia: basteranno altri 3 milardi del Decreto rilancio?
Se la situazione di Lufthansa è molto critica quella di Alitalia è disperata. In questo caso sembra che non ci sia alcuna alternativa, se non il fallimento, alla riappropriazione statale della compagnia di bandiera. Nel Decreto "Rilancio" del Governo Conte lo Stato investe 3 miliardi per entrare nell'equity della compagnia. L'obiettivo è quello di creare una Newco che abbia lo scopo quantomeno di preservare i posti di lavoro a rischio, almeno stando alle parole del Ministro dell'Economia, Gualtieri. Ma un vero piano economico per risollevare l'azienda in verità ancora non è stato fatto. Con questi soldi, a cui si aggiungono altri 350 milioni del Decreto "Cura Italia" sono stati già stanziati 12,6 miliardi in 45 anni di aiuti per Alitalia. Bisognerà vedere a questo punto se la Commissione Europea avvierà altre indagini come è stato fatto in passato con altri prestiti per verificare se quei finanziamenti erano o meno aiuti di Stato e se erano quindi in linea con le regole europee. Ecco, una differenza importante tra gli aiuti di Berlino e quelli di Roma è che, in ragione di chissà quali anfratti legati al debito, solo in Italia si sono attivate delle commissioni d'inchiesta come è successo anche quando il Tesoro è entrato nel capitale di Montepaschi di Siena o quando più recentemente ha salvato Carige con un Bond di 2 miliardi di euro. Sarà il Covid questa volta a rendere più le lente le briglie della Commissione Europea? Stando alle parole di Margrethe Vestager, interpellata sul caso Alitalia, non c'è molto da stare tranquilli. La vicepresidente infatti ha dichiarato che creare una Newco potrebbe non essere sufficiente; se si profila una situazione di continuità, si tratterebbe di un aiuto di Stato illegale che andrebbe restituito.