L'oro sfonda 1.600 dollari l'oncia: dove potrà arrivare? | Investire.biz

L'oro sfonda 1.600 dollari l'oncia: dove potrà arrivare?

21 feb 2020 - 12:04

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Prosegue il rally dell'oro, con il bene rifugio per antonomasia che brilla nonostante i progressi degli indici di Borsa. Perchè il prezzo sale? Vediamolo

  • L'inflazione come uno dei principali motivi del rally dell'oro;
  • La Fed rallenterà gli acquisti di Treaaury Bill in primavera e questo può avere riflessi positivi sui beni rifugio;
  • Tecnicamente il gold si avvia verso i massimi storici avendo un solo ostacolo intermedio da superare.

 

La corsa inarrestabile e i motivi del rialzo

L'oro ha superato anche l'ultimo baluardo a 1.600 dollari e si avvia deciso verso i massimi storici del 2011 quando, in piena crisi debitoria dell'area mediterranea dell'Eurozona, superò i 1.900 dollari. In verità se si fa riferimento alla quotazione in euro il massimo è già stato raggiunto e oggi il metallo prezioso quota 1.513 euro l'oncia. L'andamento dell'oro potrebbe apparire anomalo alla luce dei continui rialzi sui mercati azionari, il punto è che questi ultimi non sono sostenuti realmente da una percezione da parte degli operatori di una ritrovata fiducia nel contesto macro economico generale, anzi proprio le preoccupazioni che essi vivono legate al mondo dell'economia a vari livelli li inducono a rifugiarsi nel metallo giallo per costruirsi un ombrello protettivo in caso di buriana. Del resto, le notizie del rallentamento economico che investe la Cina e che coinvolge, per effetto domino, tutti i paesi che fanno affari con il Dragone, sono sotto gli occhi di tutti. Ma c'è un altro fattore che non tutti hanno considerato e che attrae i risparmiatori verso l'oro: l'inflazione. Sì, perché se a livello generalizzato prima dello scoppio dell'epidemia del coronavirus le banche centrali si trovavano a combattere contro il fenomeno della deflazione, negli ultimi tempi il calo della produzione in Cina ha comportato che le aziende nel mondo hanno dovuto rivolgersi altrove. Di conseguenza questo ha determinato un rincaro dei prezzi che si è riflesso su tutto il canale produttivo e distributivo, come dimostrano i dati sui prezzi al consumo a gennaio in Cina (+5,4%) e in Germania (+0,8% su consensus di +0,1%).

La Fed può dare ulteriore spinta

La corsa dell'oro dipenderà da vari fattori: innanzitutto c'è da considerare il fatto che l'epidemia da coronavirus nei prossimi tempi verosimilmente comincerà la parte discendente della parabola con presunti effetti benefici per l'economia mondiale e quindi in rapporto alla propensione al rischio degli investitori che potrebbero non ritenere più opportuno continuare a mettere denaro sul bene rifugio. Tutto questo però si scontra con la politica monetaria della Fed. Nei verbali del FOMC del 28/29 gennaio resi noti mercoledì vi è un messaggio inequivocabile, cioè che tra marzo e aprile la banca centrale statunitense smetterà di immettere liquidità nel sistema bancario come ha fatto negli ultimi mesi, in quanto la situazione che si è verificata lo scorso autunno sul mercato interbancario oggi non sussiste, quindi non vi è ragionevolmente motivo per riacquistare i titoli di Stato americani in dosi massicce. ll mancato sostentamento della Fed ai mercati azionari potrebbe di conseguenza far risentire i corsi dei titoli che, forti della liquidità in eccesso, al momento continuano a macinare record su record. Che quello possa essere il segnale decisivo per convincere definitivamente gli operatori che le borse siano giunte ad un punto di arrivo e che sia il caso di rifugiarsi senza indugi nell'oro? Di certo c'è che se il rally dei metalli preziosi viaggia sullo stesso piano di quello dei mercati azionari significa che del secondo gli investitori non si fidano molto e, nell'attesa che la tendenza si inverta con la fine della bambagia monetaria, continuano ad accumulare posizioni protettive.

L'oro è da comprare e come?

Non c'è dubbio che lo sfondamento di quota 1.600 dollari l'oncia apre le porte a successivi rialzi. Ma fin dove potrebbe arrivare dal punto di vista tecnico è da riconsiderare a mano a mano che si avvicina a delle tappe strategiche. Una di queste è il livello di 1.800 dollari dove vi è una resistenza intermedia, superata la quale il gold potrebbe attaccare i massimi storici a 1.900 dollari, oltre cui "solo il cielo è il limite". E' molto probabile che ci sia una fase di lateralità in corrispondenza di ognuno di questi livelli proprio perché il mercato si chiederà se e come proseguire alla luce anche del contesto internazionale che si lega alle quotazioni del bene rifugio per eccellenza.
Per investire in oro è possibile farlo sia con ETF fisici, sia attraverso i Futures o anche investendo in azioni come quelle di Confinvest, società italiana quotata in borsa leader nel mercato di oro fisico da investimento. Da evitare gli ETF sintetici, per le note difficoltà di replica della materia prima di riferimento che comporterebbe costi di struttura molto elevati.

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