La Russia vuole sfidare l’Occidente sul fronte del mercato petrolifero. Secondo un articolo di Bloomberg pubblicato di recente, il Cremlino si starebbe preparando, per il prossimo anno, a creare un benchmark finanziario sul greggio tipo Urals che rappresenta il modello di riferimento per il petrolio russo nei mercati globali. Vediamo tutti i dettagli.
Materie prime: petrolio Urals sarà il rivale del WTI e Brent?
I ministeri chiave, i produttori nazionali di petrolio e la banca centrale russa hanno in programma di lanciare il commercio di petrolio su una piattaforma nazionale in ottobre, secondo un documento visto da Bloomberg News. La Russia lavorerà per attirare partner stranieri ad acquistare petrolio, con l'obiettivo di ottenere volumi di scambio sufficienti per stabilire un benchmark dei prezzi tra marzo e luglio del 2023, secondo quanto riporta Bloomberg.
L’Urals sarà, potenzialmente, un rivale del petrolio WTI (West Texas Intermediate) e del Brent, che insieme rappresentano i due benchmark più scambiati sui mercati finanziari. Il prezzo dell’Urals, che è una miscela di greggio degli Urali, del delta del Volga e della Siberia, è storicamente vincolato a quello del Brent, rispetto al quale usualmente si posiziona 1-2 dollari al barile al di sotto.
Dall’inizio del conflitto in Ucraina però le cose sono cambiate: la Russia cerca gli accordi diretti con i consumatori ed è arrivata ad applicare sconti di 30-35 dollari al barile per acquirenti come Cina, India e Turchia. Al contempo, Mosca ha abbassato il contenuto di zolfo medio della miscela, rendendo il petrolio Urals meno viscoso e pesante, dunque più facile da raffinare.
Il petrolio Urals viene fornito all’Europa attraverso il sistema di oleodotti Baku-Novorossiysk e l'oleodotto Druzhba, mentre i principali importatori marittimi sono Cina e India dal 2022. I contratti futures sul petrolio Urals da 1.000 barili sono scambiati allo St. Petersburg International Mercantile Exchange (SPIMEX).
Petrolio Urals: la Russia vuole fare scacco matto sulla materia prima energetica
Con gli sconti di circa 30-35 dollari al barile, la conseguenza è stata la creazione di un nuovo greggio di qualità più elevata e prezzo inferiore. In questo modo la Russia può espandere il suo mercato per ovviare alla flessione delle acquisizioni occidentali e creare un nuovo standard sulla cui base dialogare in sede OPEC e OPEC+.
La Russia può spostare l’asse del mercato energetico globale lontano dall’Occidente depotenziando una delle strategie messe in campo in sede G7 per contrastare Mosca: il tetto al prezzo del petrolio pensato per ridurre le entrate del Cremlino.
Il petrolio Urals può essere un vero e proprio scacco matto da parte della Russia e per l’Occidente questo significherebbe dover rinunciare a ogni politica di controllo dei prezzi per il gioco d’anticipo russo sugli sconti applicati a un greggio di qualità superiore rispetto a quello tradizionale.