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Il coronavirus ha ridotto del 30% la domanda cinese di greggio dall'Arabia Saudita;
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L'OPEC potrebbe sorprendere il mercato come la Fed;
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Sul Wti c'è un supporto di 40 dollari che potrebbe essere testato se la riduzione dell'offerta deluderà gli investitori.
I danni del coronavirus
Negli ultimi giorni il petrolio ha provato a rialzare la testa dopo una discesa disastrosa, che aveva spinto i prezzi fino a 43,88 dollari, grazie anche agli stimoli delle banche centrali .Il calo dei viaggi che ha ridotto la richiesta di carburante e la paralisi dell'epicentro da cui è partita l'epidemia del coronavirus hanno abbassato del 30% la domanda della Cina nei confronti del principale esportatore mondiale, l'Arabia Saudita. Secondo le stime dell'AIE (Agenzia Internazionale per l'Energia) in questo primo trimestre ci potrebbe essere un crollo di 435.000 barili al giorno riguardo la richiesta di greggio, il che comporta un accumulo di scorte dal lato dell'offerta che con molte probabilità porterà ad una stagnazione produttiva.
L'OPEC farà come la Fed?
L'attesa per le riunioni di OPEC e OPEC+ che avverrà oggi e domani è molto alta. Le decisioni che verranno prese lasciano pochi dubbi sulla riduzione dell'offerta produttiva, ciò che farà la differenza sarà il quantum. Le attese sono per un taglio di 600.000 barili al giorno a partire dal trimestre in corso, ma le posizioni dell'Arabia Saudita sarebbero quelle di incrementare fino a 1 milione la sforbiciata e di estendere per tutto il 2020 i tagli esistenti. In questo probabilmente i sauditi incontreranno le resistenze della Russia che è sempre stata restia a deprimere troppo il lato dell'offerta in quanto reputa che il mercato troverà in modo naturale un suo equilibrio. La forbice tra 600 mila e 1 milione, raccomandata anche dal Joint Technical Committee, potrebbe anche non bastare. Il dilagare dell'epidemia continuerà a produrre danni all'economia e quindi solo una riduzione della fornitura in grado di riequilibrare la contrazione della domanda potrà impedire che il prezzo dell'oro nero torni in caduta libera. Insomma servirebbe una misura simile a quella che ha attuato la Fed con il taglio dei tassi nella giornata di martedì per sorprendere i mercati. Ma quanto sarà veramente la contrazione della domanda nei prossimi mesi? Tutto ovviamente dipenderà dal decorso del virus e dalla capacità delle istituzioni di far tornare i paesi alla normalità rimettendo in moto tutto il ciclo produttivo. Il presidente di turno dell'OPEC, l'algerino Mohammed Arkab, sembra molto preoccupato nel definire la situazione "estremamente grave dove occorre un'azione concertata che sia rapida e credibile".
Cosa dice l'analisi tecnica
Dove quindi potrà arrivare il prezzo del petrolio? Secondo le previsioni di Goldman Sachs il Brent entro aprile arriverà a 45 dollari al barile, ad un livello decisamente inferiore rispetto alla stima di un paio di settimane fa che vedevano il greggio a 53 dollari. Bank of America si aspetta invece un prezzo che stazioni intorno ai 54 dollari per tutto il 2020. Dal punto di vista tecnico è importante fare valutazioni su scala mensile per assorbire meglio gli shock temporanei legati a notizie altisonanti. In tal senso il petrolio si muove all'interno delle bande di Bollinger dove è possibile individuare in 40 dollari (Wti) una base importante da cui ripartire. In caso di violazione del supporto, accompagnata da un'escalation ulteriore dell'epidemia, la quotazione potrebbe spingersi fino ai minimi del 2016, a 27 dollari al barile, anche con una velocità sostenuta. Quel livello sarebbe un'occasione troppo allettante per i compratori per non entrare a mercato con acquisti sostenuti.