Gli investimenti tematici stanno guadagnando sempre più spazio all’interno dei cataloghi di offerta delle principali case di investimento. Fondi ed ETF hanno gradualmente abbandonato i classici temi settoriali per sviluppare nuovi temi di investimenti più slegati da logiche geografiche piuttosto che da indicatori economici fondamentali.
Gli ETF tematici quotati sul mercato di recente da Lyxor hanno cercato di coniugare l’innovazione tecnologica dell’intelligenza artificiale alle qualità low cost di un ETF. Tramite una partnership con il provider di indici MSCI, Lyxor ha così creato 5 nuovi strumenti che coprono temi come la Digital Economy, la Disruptive Technology, i Millennials, la Future Mobility ed infine le Smart Cities.
Oggi approfondiremo proprio questo ultimo tema illustrando i criteri di costruzione e composizione di un ETF che ha come obiettivo quello di investire in società che hanno (o sarebbe meglio dire avranno) un ruolo fondamentale nel cambiamento delle città del futuro, le cosiddette smart cities.
Attualmente oltre la metà della popolazione vive in centri urbani, un trend destinato ad aumentare ma che già ora consuma i due terzi dell’energia mondiale e genera quasi il 70% delle emissioni inquinanti. La recente pandemia di Coronavirus è nata in una megalopoli cinese e questo evidenzia come la sostenibilità di questa crescita dirompente sia già in discussione. Servono misure urgenti, questo lo sappiamo, misure che solo con l’aiuto di una tecnologia sempre più presente nelle nostre vite velocizzerà il processo di cambiamento. Abitazioni, mezzi di trasporto, energia, rifiuti, salute, telecomunicazioni sono alcuni dei settori nei quali operano le società presenti all’interno dell’ETF di Lyxor.
Il processo di selezione dei titoli si basa su un mix di competenze umane di impronta scientifico-finanziaria che, grazie al supporto dell’intelligenza artificiale, arrivano a comporre il portafoglio di investimento dell’ETF.
Nella fase iniziale vengono selezionate le parole chiave che caratterizzano l’ambito operativo di un’azienda.
L’intelligenza artificiale scannerizza in rete notizie e documenti pubblici di tutte le società del paniere di indici MSCI ACWI IMI per arrivare a definire una lista di aziende quotate con esposizione diretta o indiretta dei business collegati al tema smart cities.
In uno step successivo viene fatto uno screening selezionando solo le società con un livello minimo di ricavi generato dalle attività individuate come core per il tema delle città del futuro.
Segue un filtro di criteri ESG per escludere società coinvolte in business controversi; infine si valutano dati legati ai fondamentali di bilancio come crescita dei ricavi, ROI e spese in ricerca e sviluppo.
La sintesi di tutto questa analisi è espressa nell’attuale portafoglio di investimento, ribilanciato semestralmente con review annuale delle parole chiave utilizzate nella fase di selezione.
Ovviamente stiamo parlando di ETF che replica passivamente un indice ma all’interno del quale è contenuta una strategia di selezione attiva delle azioni.
Grazie al sito pubblico di MSCI è possibile mettere a confronto l’indice MSCI ACWI IMI Smart Cities ESG Filtered NetTotal Return con l’indice Msci ACWI.
Proviamo a riassumere i dati più interessanti:
- Da novembre 2013 a aprile 2020 la performance annua dell’indice tematico è quasi doppia rispetto all’indice generalista (14,9% vs 8,5%)
- La volatilità annualizzata dell’indice tematico è stata più elevata negli ultimi 5 anni (18.3% vs 14.5%)
- Il rapporto rendimento rischio espresso dallo Sharpe ratio è comunque favorevole al tematico (0.60 vs 0.40)
- Il Beta dell’indice tematico è 1.18 e questo significa che l’ETF va meglio nelle fasi bullish, ma perde di più nelle fasi bearish
- Il turnover di portafoglio, una variabile da tenere presente in fase di stima dei costi, è piuttosto consistente per l’indice Smart Cities 42,9% contro il 2,9% dell’indice generico
Un ETF quindi che necessita di un orizzonte temporale di investimento più lungo proprio per la maggiore volatilità alla quale sarà sottoposto in futuro. Il portafoglio a livello settoriale vede il dominio dell’Information Technology (quasi il 49%) seguito dal settore industriale (29%). Lo stile è orientato alle small cap (quasi il 50%) mentre a livello geografico le azioni americane coprono il 45% dell’allocation seguite da Cina, Giappone e Taiwan con pesi compresi tra 10% e 5%. Ampia la diversificazione con le prime 10 società per peso che fanno il 16% del portafoglio.
La replica dell’indice è fisica con l’opzione di utilizzare il campionamento. Singolare è la struttura dei costi. Le spese correnti saranno infatti dello 0,15% (sotto la media di categoria) fino a settembre 2021 quando diventeranno 0,45%.
Il codice Isin dello strumento quotato a Milano è LU2023679256.
In conclusione possiamo riassumere questo ETF Lyxor Smart Cities come uno strumento certamente più a buon mercato di un fondo di investimento con una tipologia di selezione attiva delle azioni mondiali sulle quali investe. Strumento certamente più volatile di un indice generalista e che presenta un’importante componente di small cap, fattore di cui tenere conto nelle fasi ribassiste del mercato come del resto espresso dal Beta dell’indice. Costi sotto la media dei tematici con lo “sconto” iniziale, ma attenzione all’elevato turnover di portafoglio. L’etichetta ESG è presente.
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