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Dal confronto tra indici americani large e small caps emerge un netto divario di performance;
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Il dominio dei FAANGS e della tecnologia ha messo ai margini le piccole e medie capitalizzazioni colpite duro dall’impatto del Covid-19;
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Vediamo le caratteristiche di due ETF di SPDR che investono su small caps americane blend e value
Nei tanti portafogli degli advisor americani che abbiamo analizzato qui su Investire.biz nel corso degli ultimi mesi, diverse volte sono apparse le small cap a completare un’allocation più o meno diversificata. Per i più un generatore di maggiore volatilità a fronte di rendimento potenziale più elevato, le società a bassa capitalizzazione rappresentano uno stile di investimento che si contrappone agli indici più celebri come l'S&P 500 o l’EuroStoxx 50.
Gli ultimi anni estremamente favorevoli alle aziende tecnologiche hanno sorriso poco alle small cap e ancora meno a quelle value. Per questo motivo cercherò oggi di spiegarvi quali opportunità abbiamo a disposizione per cavalcare questo particolare tema.
Small cap: cavalcare il trend con gli ETF
Tanto per inquadrare la situazione prendiamo tre ETF di SPDR che operano sul mercato americano. Il primo è indicizzato all'indice di Borsa S&P 500, il secondo al Russell 2000 (espressione delle small cap), il terzo all’indice MSCI USA Small Cap Value (espressione delle small cap ma con fondamentali sottovalutati). A distanza di 5 anni l'S&P 500 totalizza una performance del 76%, seguita dal Russell con +40% e dalle small cap value con +14% (dati al 9 ottobre 2020).
Le piccole e medie capitalizzazioni hanno perso per strada quasi la metà dei guadagni del principale indice degli Stati Uniti, ma se andiamo allo stile value addirittura hanno guadagnato solo un quinto. Gli investitori italiani hanno la possibilità di acquistare questi strumenti con la sola accortezza di andare sulla Borsa tedesca per acquistare le value.
Cominciamo dallo SDPR Russell 2000 (ISIN IE00BJ38QD84). Oltre 1600 titoli compongono l’ETF per un rapporto prezzo utili decisamente più contenuto rispetto ai tradizionali indici di large cap americane. Il valore di 17 dipende dalla composizione settoriale di un indice per il 22% costituito da finanziari e per il 20% da società attive nel mondo health care.
I pesi delle singole società sono estremamente ridotti, con la più presente (Penn National Gaming) che rappresenta lo 0,35% del paniere. Molto contenuto come è logico che sia quando si parla di small caps il dividend yield dell’ETF (1,2%). Contenute anche le spese correnti pari a 0,30%.
Passiamo adesso all’ETF SPDR MSCI USA Small Cap Value Weighted (ISIN IE00BSPLC413). In questo caso il trend ribassista che contraddistingue lo stile value rispetto a quello growth pesa e non poco. Le valutazioni appaiono particolarmente a sconto come dimostra il P/E di 14. Anche il Price Book Value risulta contenuto a 1,1. Sono 1.445 le società che compongono il paniere: anche qui dominano i finanziari con il 22% seguiti da ciclici (18%) ed industriali (16%). Interessante la presenza di un 7% di REIT.
Le small cap risultano quindi un asset class che ha partecipato sicuramente in maniera minore al rally recente delle Borse. Il Covid-19 ha le sue responsabilità, ma sotto questo punto di vista ed anche in vista di un possibile mean reversion nello stile di investimento, le società a bassa capitalizzazione value potrebbero essere un cavallo sul quale scommettere nel lungo periodo.