La Borsa thailandese ha la caratteristica peculiare di aver resistito alle vendite di questa fase di tensione a livello globale sui mercati azionari e obbligazionari. Le performance da inizio anno e a 12 mesi sono positive e rappresentano la metà di tutto quello che l’indice MSCI Thailand ha guadagnato negli ultimi 5 anni.
Non siamo quindi di fronte a una mercato che sta pagando eccessi rialzisti, ma nemmeno ad uno in caduta libera come altri emergenti. Guardando il comportamento della Banca centrale si capisce bene cosa spiega la tenuta della Thailandia: la moneta è ancora prestabile a tassi pre-Covid. Nonostante l’aumento dell’inflazione a livello globale e ai massimi dal 2008, nel Paese l'istituto centrale ha mantenuto di recente i tassi fermi allo 0,5%.
Thailandia: economia attesa in crescita
Le previsioni di inflazione non sono confortanti (6,2% nel 2022) e questo si riflette sulla valuta che naturalmente offre rendimenti negativi. Le aspettative di crescita sono però state riviste di recente al rialzo (PIL 2022 al 3,3%) e le autorità monetarie per il momento preferiscono non frenare questo buon momento di ripresa economica.
Il mercato non crede che la Banca centrale si spingerà tanto più avanti, prezzando nei prossimi due anni 250 punti base di rialzo. Saremmo comunque a tassi di interesse del 3% su un mercato asiatico emergente, numeri che lascerebbero all’economia il tempo di digerire questa nuova fase restrittiva senza piombare in recessione. Oltre a questo, la Thailandia è particolarmente attraente per chi decide di delocalizzare dalla Cina.
Investire nel mercato thailandese con gli ETF
Il mercato azionario thailandese è replicabile in Italia con un solo ETF, quello di Xtrackers MSCI Thailand, con meno di 100 milioni di euro di masse amministrate che costa ogni anno lo 0,5%. Quando si ha a disposizione un solo strumento non ci sono grandi discorsi di valutazione della bontà della replica da fare: la tracking difference comunque dal lancio coincide con i costi.
Possiamo però capire come si sta muovendo il sottostante e se ci sono eventuali criticità. Graficamente, l’indice thailandese MSCI dopo la ripresa dallo shock Covid che per un Paese dipendente dal turismo era stato devastante, sta approcciando la linea di tendenza oltre la quale scatterebbe l’inversione di tendenza.
Le quotazioni, già in fase calante dal 2018 e ancora sotto di quasi il 50% dai massimi, troverebbero nel movimento sopra la trendline una spinta tecnica notevole per puntare ai top storici. La capacità di contenimento dei minimi del 2011, 2016 e 2020 è stata straordinaria, ma manca l’ultimo sforzo.
L'indice è rappresentato nell’ETF con quasi 50 azioni con una quota consistente di società legate a energia e materials (circa un terzo del totale). Il resto è ripartito prevalentemente tra finanziari e beni di consumo. Interessanti le valutazioni di prezzo utili attualmente a quota 18.
Negli ultimi 10 anni l’indice MSCI Thailand ha ritornato una performance annua composta del 3,7%, poco meno dell’indice emergente (4,1%). Storicamente sempre un po' più caro in termini di multipli va evidenziato anche il buon dividendo attualmente incorporato nelle quotazioni dell’indice (2,6%). Per chi cerca di diversificare l’investimento emergente in un’area asiatica che ha stupito per la tenuta del proprio indice azionario nel 2022, la Thailandia può rappresentare una seppur piccola ma interessante alternativa da prendere in considerazione.