- Il mondo dei REIT americani fatica a riprendersi dopo la crisi innescata dal Covid-19. Le stime per il 2021 non sembrano esaltanti per il settore real estate;
- Mentre l'indice degli Homebuilder ha recuperato le perdite toccando nuovi top, quello dei REIT arranca evidenziando le difficoltà di capire le prospettive future;
- Esiste la possibilità di replicare l'andamento dei REIT americani tramite un ETF specializzato
Ad inizio giugno avevo già fatto un’analisi del mondo dei REIT e delle conseguenze del Covid-19 sull’andamento di questo particolare comparto di investimento che segue le dinamiche del mercato real estate residenziale e commerciale. Lo spunto per riprendere in mano la discussione viene da questo articolo. Bank of America prevede un’accelerazione delle chiusure e dei fallimenti nella seconda parte del 2020 a causa del persistere della pandemia negli Stati Uniti, ma anche in Europa.
REIT: la crisi causata dalla pandemia
Un dato su tutti può già dare un’idea del fenomeno. Le oltre 9.500 chiusure di negozi hanno già raggiunto ora l’intero numero del 2019 quando il rallentamento era già realtà. Una delle icone del mondo degli store americane di forniture per la casa, J.C. Penney ha chiesto la protezione dalla bancarotta lo scorso maggio. Sempre Bank of America stima che nel 2021 il tasso di occupazione dei locali commerciali toccherà probabilmente un minimo con inevitabili conseguenze sulle valutazioni dei REIT. Altro dato interessante quello arrivato dal Census Bureau che sancisce la scomparsa delle case nuove a prezzi accessibili.
Un esempio è rappresentato dalle compravendite delle nuove abitazioni con prezzi inferiori ai 150 mila dollari, praticamente scomparse come quelle tra 150 mila e 200 mila dollari che nel 2002 rappresentavano il 30% del mercato. Inflazione, tassi bassi e crescita dei redditi disponibili sono i fattori alla base di questa evoluzione che mette ora in difficoltà un’ampia fetta della popolazione alle prese con la crisi da pandemia.
ll mercato non sembra comunque pensarla in questo modo, con lo S&P500 Home Builders (un ETF che comprende società che operano nel mondo delle costruzioni di immobili) che ha perso quasi il 50% a marzo 2020 prima di attivare una vigorosa reazione capace di eclissare il massimo di inizio anno.
REIT: investire nel settore con un ETF
Un segnale di vitalità molto forte che stride un po' con l’andamento dell’indice REIT, nello specifico qui rappresentato dall’ETF iShares Us Property. Anche qui il calo di marzo ha sfiorato quasi il 50%, ma a differenza dell’indice dei costruttori il rimbalzo si è praticamente bloccato a giugno 2020 quando il mercato ha capito che la pandemia stava dilagando negli USA. Nel frattempo il dollaro debole ha dato un altro colpo all’ETF ovviamente quotato in euro. Considerando comunque che i livelli attuali di prezzo sono quelli del 2013 se vogliamo trovare un mercato statunitense non surriscaldato lo troviamo nei REIT.
I dubbi di Bank of America sono leciti e ovviamente il mercato immobiliare rischia grosso nei prossimi anni se smart working, corsi universitari online e difficoltà nel debellare il virus dovessero diventare fattori strutturali alimentando incertezza negli operatori. Se invece la normalità dovesse riprendere piede, pur con gli aggiustamenti del caso, i REIT americani possono essere guardati con ottimismo ed accumulati con pazienza da ogni investitore.