Da pochi giorni al panorama degli emittenti di Certificati di Investimento in Italia si è aggiunto un nuovo attore: UBI Banca. La discesa in campo della banca è una circostanza che salutiamo con favore perché ogni nuovo soggetto che entra sul mercato non può che fare bene alla concorrenza ed allo sviluppo di un asset class quale i Certificati d'investimento che in Italia sta ottenendo sempre maggiore successo presso gli investitori.
La prima emissione di UBI Banca riguarda due Certificati di investimento a Capitale Protetto, della tipologia Equity Protection con Cedola.
Entrambi hanno come sottostante l’indice Eurostoxx 50, indice che raccoglie le 50 aziende europee a maggior capitalizzazione e che è tra i meno volatili. Entrambi i Certificate sono quotati su Euro TLX e scadono a dicembre 2024.
Le caratteristiche dei Certificate
Gli Equity Protection firmati da UBI Banca prevedono lo stacco di cedole annuali se alle date di rilevamento il sottostante si trova ad un livello pari o superiore allo strike, fissato per entrambi a 3.776,66 punti. In cosa differiscono i due Certificati? Il primo, con ISIN IT0005389843, presenta un livello di protezione pari al 100% del valore nominale e ha una cedola dell’1,60% annuale (se viene soddisfatta la condizione sopra indicata), Il secondo, ISIN IT0005389835, ha un capitale protetto al 95% e stacca cedole condizionate del 3,15% all’anno.
Entrambi i Certificati hanno un indicatore sintetico di rischio pari a 3 in una scala da 1 a 7, quindi la protezione rende questi due strumenti sufficientemente tranquilli anche in caso in cui il sottostante dovesse perdere valore da qui alla scadenza. Infatti oggi il valore dell’Eurostoxx 50 è poco sopra il valore iniziale, atteso che la quotazione è iniziata da pochi giorni.
Cosa accade alle date di rilevazione annuali?
A partire dal prossimo mese di dicembre, e poi ogni anno fino alla scadenza alle date di rilevazione, sarà verificato il livello del sottostante: se questi avrà un valore uguale o superiore ai 3.776,66 punti rilevati con lo strike price, l’investitore riceverà una cedola pari rispettivamente all’1,60% (16 € per certificate ) o al 3,15% ( 31,5 € per certificate) del valore nominale e pari a 1.000 euro per Certificate. Lo strumento non prevede l'opzione memoria sulle eventuali cedole non pagate qualora a una data di rilevazionne annuale il sottostante dovesse valere meno di 3.776,66 punti di strike.
Cosa accadrà alla scadenza?
Il 16 dicembre 2024, data di rilevazione finale dei Certificati, l'investitore si trova davanti due possibili scenari. Nello specifico si possono verificare le seguenti situazioni: 1) se il valore del sottostante è superiore al valore iniziale, l’investitore ha diritto a ricevere un importo pari al valore nominale ( 1.000,00 € per ciascun Certificato posseduto), oltre – ovviamente - all’ultima cedola.; 2) se la quotazione dell’Eurostoxx 50 è inferiore al valore iniziale, i due Certificati si comportano in modo diverso: il primo, avendo un livello di protezione del 100%, pagherà ugualmente il valore nominale, mentre per il secondo, protetto al 95%, si possono verificare due situazioni: se la perdita rispetto allo strike sarà inferiore al 5%, il rimborso sarà di 1.000 € meno la percentuale della perdita. Ad esempio, se avrà perso il 2% il rimborso sarà pari a 980€ per ogni Certificate in portafoglio. Se invece la perdita sarà pari o superiore al 5%, l’investitore riceverà l’importo della protezione, vale a dire 950€.
I Certificati a capitale protetto nei portafogli
Il diverso livello di protezione giustifica il differente rendimento cedolare tra i due Certificati, comunque buono in relazione allo strumento sottostante, caratterizzato da una volatilità storica molto bassa. Quella dei Certificate a capitale protetto è una categoria particolarmente diffusa nel mondo degli investitori italiani perché presenta un livello di rischio di mercato molto basso, a volte nullo, visto che offre un livello di protezione del capitale a scadenza che spesso arriva al 100% del valore nominale.
In ogni portafoglio di Certificati, non solo in quelli prudenti, ma anche in quelli dinamici o aggressivi, questi strumenti non possono mancare. Ovviamente con peso diverso, a seconda del profilo di rischio dell’investitore. La loro importanza risiede nel fatto che – proteggendo in varia misura il capitale alla scadenza - abbassano il livello di rischio dell’intero portafoglio. Si aggiunga che è sufficiente un andamento lievemente rialzista o anche laterale del sottostante, per garantire un moderato rendimento che, in un periodo in cui altri strumenti a basso rischio, come le obbligazioni o i titoli di Stato, offrono performance prossime allo zero, se non negative, non è affatto da disprezzare.