Tesla non sta attraversando un buon momento di forma: le azioni continuano a perdere terreno e l'impostazione grafica sta cominciando a preoccupare gli investitori. Nel 2022 la casa automobilistica leader dell'elettrico ha dovuto fronteggiare un contesto particolarmente difficile.
Oltre alla serie di rialzi dei tassi da parte della
Federal Reserve che ha colpito tutto il settore tecnologico,
il titolo Tesla ha sofferto in particolare per la situazione della Cina. Pechino rappresenta per Tesla un mercato troppo importante e negli ultimi mesi le vendite non hanno rispecchiato le previsioni. A pesare è stata la crisi degli approvvigionamenti, dettata in gran parte dal blocco delle attività per via del Covid-19. Nonostante le auto uscite a novembre dalla fabbrica di Shanghai abbiano superato quota 100 mila unità, a Palo Alto starebbero programmando un ridimensionamento della produzione.
Allo stesso tempo, Tesla deve guardarsi dalla
minaccia di un concorrente estremamente pericoloso come BYD. Il colosso cinese sostenuto da
Warren Buffett è già il primo produttore al mondo in termini di vendite di auto a nuova energia, che comprendono veicoli elettrici e ibridi. In vista dell'
introduzione di due nuovi modelli di fascia alta, l'obiettivo dell'azienda è di diventare il numero uno anche per le sole vetture elettriche.
Ma nel 2022 a spingere al ribasso il valore delle azioni Tesla ci ha pensato anche l'acquisizione di Twitter, che ha costretto il fondatore,
Elon Musk, a vendere parte della quota.
Tesla: dove sono dirette le azioni?
Katie Stockton, analista di Fairlead Strategies, ritiene che il titolo TSLA possa raggiungere un massimo di 206 dollari nel breve termine, ma vede un supporto a 166 dollari. "Non comprerei Tesla dato lo slancio negativo a lungo termine e la sua recente rottura", ha affermato. Secondo Franco Cappelleri, fondatore della società di analisi tecnica CappThesis, più la media mobile a 200 giorni si avvicina a quota 206 dollari, più sarà difficile per il titolo uscire dall'intervallo recente.
Il pericolo comunque giace nel supporto di 166 dollari, rotto il quale potrebbe aprirsi una voragine. Giovanni Roque, Amministratore Delegato della società di analisi 22V Research, ritiene che la rottura potrebbe spingere il titolo addirittura fino ai 100 dollari per azione, ossia ai livelli in cui si trovava nell'estate del 2020 prima dello straordinario rally.
Gli investitori ora si chiedono cosa potrebbe far migliorare realmente questo quadro non troppo positivo. Posto che gran parte delle notizie positive, come l'avvento del Cybertruck sul mercato nel 2023, sono già incorporate nei prezzi, saranno probabilmente i risultati dei prossimi trimestri a dire dove le azioni sono dirette. Fino ad allora è probabile che un eventuale rally sia da escludere.