L'acquisizione del Credit Suisse da parte di UBS ha sconvolto il sistema finanziario svizzero ed europeo sotto molteplici aspetti, lasciando la sensazione che qualcosa si sia rotto in maniera irrimediabile nell'assetto generale (
Salvataggio Credit Suisse: sì all’acquisizione da parte di UBS). Tuttavia, il carattere di urgenza che ha contraddistinto questa operazione fa pensare che la mossa non poteva essere rimandata, tantomeno sostituita con un'alternativa più comoda.
Ora le autorità di regolamentazione svizzere spingono per accelerare i tempi della transazione. Questi però potrebbero non essere stretti, ma richiedere addirittura mesi. Infatti, se i regolatori in Svizzera non devono esprimersi per l'approvazione, in altri Paesi in cui operano i due colossi di Zurigo occorre il nulla osta. Alla fine però è solo questione di tempo affinché venga celebrato il requiem di Credit Suisse e la nascita di uno dei più grandi poli finanziari europei.
Credit Suisse fuori dall'SMI: chi prenderà il suo posto
La dipartita di Credit Suisse avrà una rilevanza anche per quel che riguarda lo Swiss Market Index (SMI) della Borsa svizzera, che perderà una delle società originarie e un altro titolo finanziario. Tra i membri in lizza per prendere il suo posto, al momento risulta essere avvantaggiata Kühne+Nagel, azienda globale di trasporti e logistica con sede a Schindellegi. Un altro candidato è Société Générale de Surveillance, gruppo ginevrino attivo a livello mondiale nel settore della certificazione e dell'ispezione, che già in passato ha fatto parte del principale listino svizzero. Tra i nomi che circolano, si fa strada anche quello di Straumann, impresa basilese specializzata nella produzione di impianti dentali.
Quest'anno c'è la possibilità che più di un'azienda venga promossa nello SMI, dato che il produttore di periferiche hardware per PC Logitech è in bilico a causa di una perdita di capitalizzazione dopo il boom pandemico. Attualmente l'indice è composto dai seguenti titoli:
- ABB
- Alcon
- Credit Suisse
- Geberit
- Givaudan
- Holcim
- Logitech
- Lonza Group
- Nestlé
- Novartis
- Partners Group
- Richemont
- Roche Holding Participation
- Sika
- Sonova H Ag
- Swiss Life Holding
- Swisse Re
- Swisscom
- UBS Group
- Zurich Insurance Group
SMI: ecco le regole per farne parte
Lo SMI è stato creato nel 1988 e comprende i 20 titoli più capitalizzati e con il maggior volume di scambi. Quest'ultimo fattore è di importanza cruciale, perché una società può essere ben capitalizzata, ma avere tuttavia un modesto flottante. È ciò che è accaduto finora a Kühne+Nagel, la cui importante capitalizzazione non è stata sufficiente per farlo entrare nello SMI, dal momento che l'imprenditore tedesco Klaus-Michael Kühne possiede più della metà delle azioni.
Sin dall'origine, il listino è stato molto influenzato dai titoli finanziari. Tra questi si ricordano: Credit Suisse, che partecipava già da allora con il nome di Schweizerische Kreditanstalt; SBS e UBS, che si sono fuse nel 1997; e Banca popolare svizzera, rilevata da CS Holding, che oggi è appunto Credit Suisse. Nel comparto assicurativo vi erano Zurich, Swiss Re e Winterthur.
Dopo la crisi del 2008 (
Lehman Brothers: il più grande fallimento bancario della storia), i titoli bancari hanno diminuito il loro peso e
con la fusione UBS-Credit Suisse vi sarà una sola banca nel paniere. Come detto sopra, ancora non si sa quando la banca guidata da Ulrich Koerner verrà tolta dal listino della Borsa di Zurigo, ma da allora ci sarà un adeguamento. SIX, il gruppo finanziario che gestisce la Borsa, a metà di ogni anno effettua la sua revisione ordinaria, comunicando i risultati a luglio. Da settembre, poi, l'SMI verrà adeguato con il nuovo aggiustamento. Quindi, il benchmark verrà modificato in via straordinaria solo se il delisting di Credit Suisse dovesse avvenire prima di questo appuntamento.
Per uscire dallo SMI non è sufficiente scendere al di sotto dei top 20. SIX infatti stabilisce un intervallo di tolleranza, per cui solo quando si scende al 23esimo posto relativamente a capitalizzazione + liquidità si viene esclusi. Viceversa, per entrare nell'SMI, è necessario salire al 18esimo posto sulla base degli stessi criteri.
Far parte dell'indice è importante non solo sotto il profilo del prestigio, ma anche sotto l'aspetto finanziario. Infatti, un'azione dentro l'SMI è comprata dai fondi e dai grandi investitori istituzionali che replicano il benchmark nel loro portafoglio d'investimento. Di conseguenza, il prezzo del titolo di quella società tende a salire.
SMI: come si è comportato l'indice nel tempo
Nell'ultimo decennio l'indice SMI si è mosso in linea con l'andamento dei principali indici mondiali, che hanno realizzato un rally straorinario grazie al sostegno delle Banche centrali. Queste ultime hanno iniettato nel sistema finanziario un fiume di denaro a tasso nullo o addirittura negativo, e gran parte della liquidità si è riversata nelle Borse.
Quest'anno il paniere svizzero viaggia poco sotto la pari, perdendo lo 0,85% e sottoperformando i principali indici europei. Estendendo l'analisi agli ultimi 12 mesi, il benchmark invece ha realizzato una performance negativa dell'11,41%. Mentre a 3 anni ha ottenuto un profitto del 7,42%, a 5 anni è salito del 25,84% e rispetto a 10 anni fa ha guadagnato l'89,06%.