Su un
Ftse Mib che non fa registrare variazioni di rilievo, poco prima del giro di boa l’indice delle blue chip di Piazza Affari quota in
rosso dello 0,1% a 24.571,64 punti, sono due le performance, entrambe negative, su cui si stanno concentrando le attenzioni degli operatori.
La prima è quella di Intesa Sanpaolo, che segna una contrazione dello 0,94% a 2,166 euro, mentre la seconda, ben più pesante, è registrata da Nexi, che mette a segno la performance peggiore del paniere principale scendendo del 10,14% a 8,77 euro.
Annunciata ieri sera, la procedura di “accelerated bookbuilding” (il mezzo comunemente utilizzato per vendere ad investitori istituzionali quote societarie particolarmente rilevanti) riservata a investitori qualificati italiani delle azioni di quest’ultima da parte dell’istituto guidato da Carlo Messina, è stata completata.
Intesa Sanpaolo: cedute 67 milioni di azioni Nexi
Questa mattina Intesa Sanpaolo ha annunciato di aver concluso la cessione di circa 67 milioni di azioni ordinarie Nexi, corrispondenti a circa il 5,1% del relativo capitale sociale e all’integrale partecipazione precedentemente detenuta in Nexi da Intesa Sanpaolo.
Il prezzo a cui è avvenuta la cessione, in cui Intesa Sanpaolo (IMI – Corporate & Investment Banking), BofA Securities e JP Morgan hanno agito in qualità di joint bookrunner, è pari a 8,7 euro per azione, pari ad un corrispettivo complessivo di circa 584 milioni.
Al termine della seduta di ieri le azioni Nexi, l’avvio del processo di collocamento è stato annunciato dopo la fine delle contrattazioni, quotavano 9,76 euro, quindi lo sconto a cui è avvenuta la cessione delle azioni è di quasi 11 punti percentuali.
Tra gli acquirenti, riportano i ben informati, potrebbero esserci investitori internazionali del calibro di Marshall Wace, Norges Bank e UBS.
Operazione un po’ controintuitiva
La quota detenuta da Intesa Sanpaolo in Nexi risaliva all’accordo strategico sottoscritto nel 2019: con il passaggio delle attività di acquiring di Intesa Sanpaolo a Nexi, la banca aveva acquisito il 9,9% del gruppo dei pagamenti. Questa quota è progressivamente scesa sia a seguito dell’integrazione con SIA e sia a causa di altre operazioni fino ad arrivare al 5,1%.
Con la quota dimezzata, per la banca la scelta più logica è stata quella di monetizzare anche se, ha precisato Intesa Sanpaolo, l’uscita dal capitale non avrà effetti sull’accordo commerciale tra le due società.
“La vendita in oggetto -riporta una nota della banca- non ha riflessi sulla partnership strategica di lunga durata con Nexi, recentemente estesa al di fuori del perimetro nazionale (in corso di approvazione da parte delle competenti Autorità l’ampliamento dell’accordo anche in Croazia)”.
Bestinver Securities ha definito questo deal “un po' controintuitivo” a causa dei legami tra le due società e del forte sconto rispetto ai prezzi di mercato ed ai 9 euro dell’Ipo (a 8,7 euro Nexi quota a 9,1 volte il rapporto tra valore della società e margine operativo lordo, nel caso di Worldline il dato si attesta a 13,9).
Nei prossimi mesi, a causa della scadenza dei lockup di gennaio 2022 e luglio 2022, sul mercato potrebbe finire poco meno del 30% del capitale di Nexi.
L'aumento della quota di mercato in Germania e la minore intensità degli investimenti, ha rilevato Banca Akros, rappresentano "gli elementi chiave che determineranno il successo o l'insuccesso di Nexi".