Seduta in crescendo per il Ftse MIB che, poco dopo l’avvio degli scambi a Wall Street, si conferma in ripresa salendo dell’1,3% a 26.672 punti. La performance migliore è appannaggio delle azioni STM che, con un rialzo del 5,06% a 46,785 euro, portano l’incremento targato 2023 al 41,7% (secondo titolo migliore da inizio anno dopo Iveco, cresciuta del 58%).
Sono diversi i fattori che hanno portato a questo risultato: primo tra tutti troviamo il forte calo (-25%) registrato l’anno scorso. Le difficoltà produttive, l’inflazione a due cifre e le contromisure messe in campo dalle banche centrali hanno finito per penalizzare in maniera particolarmente forte i titoli legati al comparto tecnologico.
Ma a spingere STM nei primi tre mesi dell’anno sono stati anche i risultati comunicati lo scorso 26 gennaio. Nel 2022, il colosso italo-francese dei semiconduttori con sede in Olanda ha registrato ricavi per oltre 16 miliardi, +24,4% rispetto ad un anno prima, ed un utile netto che, a 3,96 miliardi, è quasi doppio del risultato ottenuto nel 2021. Come se tutto questo non bastasse, la società ha diffuso un outlook particolarmente apprezzato dagli analisti ( STM: i conti del 2022 superano le attese, cosa fare con l'azione?).
L’andamento positivo dei conti della società si inserisce all’interno di un contesto generale decisamente favorevole: l’internet delle cose richiede una quantità di chip inimmaginabile fino a qualche anno fa, le auto in qualche anno sono passate da poche decine a migliaia di chip ed il nuovo mega-trend dell’intelligenza artificiale è assetato di strumenti di calcolo.
STM: cosa sta spingendo il titolo oggi
Nella seduta di oggi le azioni del produttore di chip capitalizzano le indicazioni arrivate dalla tedesca Infineon, che ha alzato le stime sul trimestre e sull’intero esercizio. Grazie alle “dinamiche di business sostenute nella sua divisione automobilistica e industriale principale” la società stima vendite trimestrali per oltre 4 miliardi (da 3,9 miliardi) e, in presenza di minori prezzi dell’energia e dell’incremento delle vendite di chip di maggior valore, il margine operativo è visto in direzione 30% (dal 25%). Per l’intero esercizio, la società stima un giro d’affari “significativamente superiore” alla precedente previsione di 15,5 miliardi di euro.
Buone nuove arrivano anche dagli Stati Uniti, dove Micron ha incrementato la view sulle vendite del trimestre in corso a 3,9 miliardi, contro i 3,75 miliardi del consenso.
Nel complesso, il settore sembrerebbe aver superato il momento peggiore. Secondo Srini Pajjuri, analista di Raymond James, gli investitori non dovrebbero essere "eccessivamente cauti". "A meno di una forte recessione, ci aspettiamo revisioni al rialzo delle stime (degli utili, ndr)" nella seconda metà del 2023 per i produttori di chip, il che fa sperare in ulteriori guadagni per i loro titoli.
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