Gran Bretagna: insolvenze societarie come nel 2009, cosa significa? | Investire.biz

Gran Bretagna: insolvenze societarie come nel 2009, cosa significa?

09 ott 2022 - 09:00

05 dic 2022 - 16:01

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Il Regno Unito rischia una crisi sistemica con l'aumento delle insolvenze e dei fallimenti. La BoE potrebbe peggiorare la situazione

In Gran Bretagna, il pericolo di insolvenza delle società è a livelli che non si vedevano dal 2009, dai tempi quindi della grande crisi finanziaria ( qui trovate un piccolo riassunto). Secondo i dati pubblicati dall'Insolvency Service e dall'Office for National Statistics, ad agosto oltre 1 impresa britannica su 10 ha segnalato che vi è un rischio fallimento da moderato a grave. Queste aziende fanno parte per oltre la metà di quattro grandi gruppi industriali, che riguardano l'edilizia, la produzione, l'alloggio e la ristorazione, il commercio all'ingrosso e al dettaglio.
 
Tra le principali preoccupazioni spiccano, secondo il 22% delle società interpellate, i prezzi dell'energia. Cifra che sale al al 30% se si considerano le piccole imprese, ossia quelle che vanno dai 10 ai 49 dipendenti. Tali aziende sono state costrette ad alzare i prezzi cercando di proteggere i loro margini, messi a repentaglio dall'impennata dei costi del gas, ma anche delle materie prime alimentari, a seguito dell'inizio della guerra Russia-Ucraina.
 
 

Gran Bretagna: la BoE aggraverà il rischio di insolvenze?

Il problema dell'inflazione potrebbe quindi pesare molto e determinare ulteriori insolvenze nei prossimi mesi. Su questo punto, la scorsa settimana il Vice Governatore della Bank of England (un profilo della Banca centrale inglese), Dave Ramsden, non è stato molto rassicurante: l'alto funzionario ha infatti segnalato che il pacchetto di tagli fiscali proposto dal Governo potrebbe far aumentare i prezzi al consumo in un momento in cui il Consiglio Direttivo ha nella lotta al carovita il primo obiettivo
 
Ramsden era tra quelli che nell'ultima riunione di settembre avrebbe preferito un aumento dei tassi dello 0,75% e non di 50 punti base, perché a suo avviso "le pressioni inflazionistiche erano persistenti". Tuttavia, si trovava in minoranza all'interno del Board e quindi è passata la linea più morbida, portata avanti per evitare shock troppo forti all'economia.
 
Quanto al congelamento dei prezzi dell'energia, secondo il Vice Governatore, la mossa di Downing Street ridurrà l'inflazione a breve, ma la farà crescere nel medio termine. In definitiva, è lecito attendersi che la lotta all'inflazione da parte della Banca d'Inghilterra sarà molto sostenuta nei prossimi mesi, visto che attualmente l'indice dei prezzi al consumo è al 9,9%, cinque volte l'obiettivo del 2% delineato dall'istituto guidato da Andrew Bailey ( chi è il governatore della BoE). Ciò significa che una recessione potrebbe essere dietro l'angolo e, per le società a rischio di insolvenza e di fallimento, non è una buona notizia. 
 
 
 

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