Il 2021 sarà l'anno in cui gli Stati dell'Unione Europea inizieranno a mettere in campo i diversi piani nazionali del Next Generation UE finanziato con le risorse del Recovery Fund. Ma su cosa si basano questi pieni di rilancio dell'economia fiaccata dalla pandemia da Coronavirus? Quali sono i piani che verranno finanziati e quali sono i progetti su cui puntano i diversi Stati?
Vediamo insieme il Recovery Plan francese, come è stato organizzato e programmato il piano firmato da Macron. Ecco quello che c'è da sapere sul France Relance, il nome con cui Parigi ha firmato la bozza del Recovery Plan inviata a Bruxelles.
La Francia è uno dei 18 Paesi dell'Unione che hanno già inviato alla Commissione UE il loro piano di recupero. Di 296 pagine, è stato messo a punto a partire dalla primavera dell'anno scorso, quando si era in piena prima ondata pandemica, ed è stato annunciato il 3 settembre 2020 dal Primo Ministro Jean Castex. Appena dopo l'estate del 2020 già è iniziata l'operatività, in particolar modo nella sezione che era riferita ai giovani.
A differenza dell'Italia, che è ancora impantanata nelle discordie interne della politica, la seconda economia europea non ha perso tempo e ha solo seguito un unico iter: mettere insieme i fondi europei con quelli nazionali. Questo ha facilitato l'attuazione dei progetti nell'individuare il denaro a disposizione e come doveva essere utilizzato.
France Relance: organizzazione territoriale
Non c'è stato bisogno di un esercito di 300 consulenti come a Roma per arrivare a questo, ma è stato sufficiente un consigliere del Primo Ministro che seguisse da vicino l'evolversi del piano. Perché questo venisse reso operativo vi è il Comité National de Suivì che si occupa di applicare il tutto con il coordinamento dei vari Ministeri coinvolti.
L'organizzazione territoriale è naturalmente di estrema importanza per fare sì che il denaro giunga a destinazione. Per questa ragione l'Amministrazione francese ha individuato 50 Viceprefetti al France Relance sparsi in tutto il territorio nazionale, i quali avranno una grande responsabilità.
Costoro infatti sorvegliano perché i soldi vengano stanziati in maniera rapida senza ingorghi burocratici e per fare in modo che le risorse arrivino ai destinatari in maniera precisa. In tutto questo vi è la supervisione delle Regioni, a cui saranno destinati 600 milioni di euro, che dovranno permettere che i finanziamenti giungano a destinazione.
France Relance: entità e obiettivi
Il France Relance avrà a disposizione 100 miliardi di euro, di cui 40 miliardi arriveranno dall'Europa, il resto invece è conferito dalla Nazione. L'obiettivo non è solo quello di affrontare l'emergenza ma, come si evince dal nome del piano, di rilanciare la Francia riportandola entro il 2022 nella situazione economica che persisteva prima dello scoppio della pandemia. Inoltre il progetto guarda anche lontano e si estende ai prossimi 10 anni.
Il denaro sul piatto sarà così ripartito: 30 miliardi verranno utilizzati per investire nella transizione ecologica, 34 miliardi saranno destinati alle imprese per renderle competitive, 36 miliardi avranno lo scopo di aumentare la coesione sociale e del territorio.
Riguardo il primo punto, la Francia mira all'obiettivo di essere il primo Paese in Europa che ridurrà l'emissione di carbonio negli edifici, nei trasporti, nell'agricoltura e nell'energia. Per lo scopo i passi da seguire saranno i seguenti:
- identificare i settori a basso consumo di anidride carbonica;
- scegliere le tecnologie che rendono l'energia pulita;
- aiutare e incentivare le aziende a inquinare di meno;
- produrre maggiormente in Francia e acquistare di meno all'estero;
- aiutare il consumatore a decidere in tale direzione
A questo riguardo ben 7 miliardi sono destinati per sviluppare l'energia all'idrogeno, considerato un aspetto di prioritaria importanza per il futuro delle prossime generazioni.
Quanto alle imprese, le risorse saranno erogate in alcuni settori chiave in cui il Paese ha un elevato know-how che gli permette di conservare una certa autonomia. Tali settori riguardano:
- Salute;
- Agricoltura;
- Formazione scolastica;
- Industria;
- Digitale
In particolare, una quota sostanziale è stata indirizzata al commercio elettronico, che dopo la pandemia ha avuto un'accelerazione tale da segnare ormai un percorso ben preciso per gli anni a venire.
Riguardo l'aspetto sociale, una lotta senza frontiera sarà fatta per combattere le disuguaglianze sociali in Francia, attraverso 3 grandi sfide:
- sostegno del sistema sanitario;
- protezione e rilancio dell'occupazione soprattutto giovanile;
- supporto delle Autorità locali nella realizzazione dei risultati.
Al momento ci sono 100 milioni di euro che verranno utilizzati da associazioni che sono impegnate in prima linea nella lotta contro la povertà nelle aree territoriali più depresse.
France Relance: le risorse impiegate finora
L'Eliseo ha già impiegato una parte dei 100 miliardi gestiti. Esattamente 11 miliardi sono stati già impegnati in progetti ben delineati, mentre 9 miliardi sono stati spesi per attuarne di altri. Per fare qualche esempio, è stato creato un fondo di 710 milioni di euro per finanziare 815 aziende che hanno investito nell'efficienza energetica degli impianti in 4 mila edifici. In questo contesto, 141 mila proprietari hanno ricevuto un bonus per il rinnovamento energetico della propria casa.
Il grande progetto che ha mosso l'Amministrazione francese a spendere immediatamente una parte del denaro ha riguardato i giovani. La ragione è evidente: da questa crisi economica sono coloro che hanno pagato il salasso più pesante e che possono guidare la riscossa della Nazione. Per questo è necessario riservare loro un'attenzione particolare.
Nella realizzazione dello scopo, è stato elaborato il piano "1 giovane, 1 soluzione". In sostanza, viene espletato un programma di incentivi alle imprese che compiono determinate operazioni per favorire l'occupazione giovanile. In altri termini, saranno premiate le assunzioni, i contratti di apprendistato e la formazione retribuita.
I risultati finora conseguiti sono incoraggianti, in quanto le assunzioni dei giovani con contratto trimestrale sotto i 26 anni, nei 5 mesi che vanno da agosto a dicembre 2020, sono stati più di 1 milione; mentre i ragazzi impiegati attraverso un contratto di apprendistato retribuito sono stati circa 485 mila.