- Il coronavirus affonda le borse e la banca centrale cinese mette su un piano di 170 miliardi di dollari per sostenere i mercati;
- La volatilità esplode anche a Wall Street nonostante le trimestrali positive delle società americane;
- Il petrolio subisce ancora perdite pesanti, mentre l'oro si arena.
Tremano i mercati finanziari
Seduta da incubo l'ultima della settimana scorsa che ha visto tutti i listini di Europa e Usa andare in profondo ribasso, stanotte ha riaperto anche la borsa di Shangai dopo quattro giorni di chiusura e l'ha fatto piazzando un -9% adeguandosi alle flessioni che, durante i giorni di inattività della borsa cinese, sono state registrate altrove.
Il vice presidente della Commissione per le Riforme e lo Sviluppo del governo cinese, Lian Weiliang, ha ribadito la transitorietà del fenomeno del coronavirus per quanto gli effetti economici dell'infezione stanno superando le più nere previsioni, ragion per cui il governo si impegnerà ad adottare tutte le contromisure necessarie per evitare che i prezzi di prima necessità esplodano nella corsa all'accaparramento, quindi ci saranno dei provvedimenti anche per aumentare la produzione di tutto l'occorrente sanitario, come mascherine e kit per i test automatici. Cosa più importante forse, il governo ha iniziato una serie di collaborazioni con alcune compagnie farmaceutiche come la ClaxoSmithKline e la Gilead per contrastare le epidemia anche attraverso la somministrazione di un trattamento sperimentale per alcune infezioni.
Intanto i morti sono arrivati a 361 e i casi di contagio hanno superato quota 17.200.
Le agitazioni dei mercati finanziari provano ad essere acquietati dalla banca centrale cinese attraverso un'iniezione imponente di liquidità, infatti in queste ore la BPC ha fornito circa 21,4 miliardi di dollari mediante operazioni di pronti contro termine a una e due settimane e l'intenzione è di arrivare a inondare le borse per 1.200 miliardi di yuan, che corrisponderebbero ad una cifra monstre di 170 miliardi di dollari. Insomma una sorta di quantitative easing per causa di forza maggiore...
Ovviamente se cominciano a scendere in campo le banche centrali, più di quanto non lo stiano facendo per ragioni strettamente legate all'economia monetaria, significa che il pericolo di una crisi finanziaria che travolga le borse è tangibile e questo, in modo speculare, può essere visto come un'opportunità, scegliendo il timing giusto, per entrare long a mercato nel momento in cui, in ragione della presenza delle banche centrali, si hanno segnali di tenuta dei listini.
Il VIX esplode e raggiunge 18,85 punti
Il calo oltre i due punti percentuali dei principali indici americani riaccendono la volatilità che, attraverso l'indice che misura l'entità delle oscillazioni dei 500 titoli rappresentativi dello S&P, sale del 21%. La paura che sta contaminando gli operatori è che la stagnazione dell'attività economica attualmente in Cina, soprattutto in un periodo come quello del Capodanno Lunare che avrebbe dovuto movimentare i consumi, si possa riflettere a livello mondiale. Dopo la chiusura di venerdì, in Usa, tutte le principali compagnie americane hanno comunicato la sospensione dei voli verso la Cina a tempo indeterminato, fino almeno a quando la situazione non rientri nella normalità. Questo sicuramente ha depresso in maniera particolare il settore trasporti che ha accusato perdite importanti in borsa, ma anche qui più che una tragedia la cosa potrebbe essere vista come l'occasione per accumulare gradualmente buying share nell'attesa di una ripresa di aziende che presentano fondamentali solide.
Infatti, a supporto di questo, le trimestrali delle big settoriali americane continuano a sciorinare risultati eccellenti, pur risentendo in qualche modo della pubblicazione dell'indice PMI di Chicago, crollato a 42,9 da 48,2 del dato precedente e contro il 48,8 del consensus. Si tratta del dato più basso dal 2015 e questo confermerebbe quanto l'economia domestica sia un pochino zoppicante sebbene abbia ricevuto nel tempo parecchi stimoli monetari e fiscali.
Il petrolio continua a soffrire
Pesante ribasso per l'oro nero con perdite di circa il 3% per il Brent che raggiunge il minimo degli ultimi 14 mesi a 56,5 e il Wti a 51,31. Dove potranno arrivare le quotazioni del greggio dipende molto dal settore dell'energia, da quanto cioè, per effetto domino alla crisi generale in atto provocata dal coronavirus, possa danneggiare le compagnie petrolifere al di là della politica decisionale in tema di produzione.
L'oro, dopo avere nei giorni passati testato la soglia psicologica di 1.600 dollari l'oncia ha inanellato una serie di ribassi che l'hanno fatto scivolare fino a 1.575 dollari, dove in questo momento sta traccheggiando in attesa di nuovi sviluppi dell'epidemia.
Tra gli altri metalli preziosi anche l'argento in questo momento rimane invariato sulla soglia di 18 dollari, mentre il rame con la dodicesima seduta in calo consecutiva raggiunge il record della più lunga striscia negativa della sua storia.