Il prossimo 29 ottobre si terrà l’attesa riunione della Banca Centrale Europea, seguita dalla consueta conferenza stampa del suo Presidente Christine Lagarde. Le attenzioni degli operatori saranno focalizzate sul come la BCE risponderà alle nuove sfide imposte dalla seconda ondata di Coronavirus.
Secondo diversi esperti tuttavia, l’Eurotower adotterà un atteggiamento attendista senza modificare in maniera sostanziale la politica monetaria. In tal senso Peter Allen Goves, Fixed Income Research Analyst di MFS IM, mette in luce come l’istituto potrebbe voler aspettare le previsioni economiche degli esperti del prossimo dicembre.
Misure della BCE aiutano i titoli di Stato italiani
Nel frattempo le misure messe già in campo dalla BCE stanno aiutando in maniera importante i titoli di Stato italiani. Questo si nota anche dall’asta di CTZ e BTp€i di oggi, con i rendimenti del primo che hanno toccato i livelli più bassi dal 2018. L’aiuto della BCE, insieme al Recovery Fund, al costo del debito e alla relativa stabilità del Governo sono gli elementi chiave che hanno fatto decidere all’agenzia di rating S&P di migliorare il giudizio sul merito di credito del Belpaese a BBB stabile. Non è solo l’Eurotower a comprare i bond governativi dell’Italia. A settembre 2020, i portafogli delle banche italiane hanno toccato un nuovo record di 452,026 miliardi di euro in titoli di Stato Italiani.
Banche: dividendi mettono a rischio il PEPP?
La riunione del prossimo 10 dicembre per la BCE sarà importante anche per gli istituti di credito del Vecchio Continente, che rimangono in attesa di sapere se potranno o meno tornare a distribuire i dividendi. Con l’accelerazione della pandemia si sono aperti tre scenari: il primo vede una prosecuzione del divieto fino alla seconda metà del 2021.
La seconda pratica presa in considerazione è mettere in campo un criterio discrezionale, dando il via libera allo stacco della cedola a quelle società che ritengono di avere sufficiente capitale. La terza ipotesi vede una rimozione dello stop ma fornendo un massimole annuale più stringente di quello richiesto dalle banche. Sono diverse le pressioni degli istituti di credito all’Eurotower, in quanto una nuova dilazione nel pagamento dei dividendi potrebbe penalizzare ulteriormente le quotazioni azionarie del settore.
Il nodo è però più complesso di quanto possa sembrare. Vi sono infatti delle critiche secondo la quale lasciare gli istituti liberi di distribuire i dividendi leverebbe uno dei motivi che giustifica la presenza del PEPP, programma che ha spento le tensioni sugli spread e sembrerebbe pronto ad arricchirsi di altri 500 miliardi di euro e di un prolungamento fino alla conclusione del 2021.