Le quotazioni del petrolio si mantengono al di sotto dei 100 dollari al barile ormai da tre settimane, nonostante nell'ultima riunione l'
OPEC+ abbia deciso di tagliare la produzione. Il cartello dei produttori di greggio mostra un
certo nervosismo derivante dal calo della domanda, soprattutto per opera della Cina, che ha diminuito le importazioni durante il periodo di blocco da Covid-19. A dicembre partirà inoltre l'
embargo varato dall'Unione Europea nei confronti del petrolio russo, il che dovrebbe ulteriormente alterare il mercato dell'energia.
Tuttavia, sembra quasi che il rally dell'oro nero abbia terminato la benzina, con i prezzi che sono molto distanti dal top di quasi 140 dollari del mese di marzo, pochi giorni dopo lo scoppio della guerra Russia-Ucraina. Al momento il Brent viaggia vicino ai 93 dollari al barile, mentre il WTI quota meno di 86 dollari.
Petrolio: perché 80 dollari potrebbe essere il prezzo perfetto
Molti si stanno chiedendo adesso quale potrebbe essere il prezzo ideale del petrolio, ossia quello universalmente accettato dai vari Paesi che commerciano la materia prima. Storicamente i responsabili politici gradiscono un prezzo al di sopra di 60 dollari, in quanto lo reputano un livello tale per cui gli estrattori hanno incentivo a perforare e nel contempo il costo del carburante si mantiene abbastanza basso da non impattare negativamente sull'economia.
Con il nuovo contesto geopolitico che si è venuto a determinare dopo l'invasione dell'Ucraina, l'asticella è stata alzata, secondo Francisco Blanch, analista di Bank of America. E ora si ritiene che un prezzo intorno agli 80 dollari possa essere considerato un valore di equilibrio.
Lo confermerebbe il fatto che il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti sta prendendo in considerazione di riempire le riserve strategiche quando le quotazioni scendono sotto gli 80 dollari. Tali riserve sono state utilizzate per aumentare l'offerta nei mesi scorsi al fine di abbassare i prezzi. Adesso i funzionari americani stanno aspettando il momento giusto per farlo e un rapporto di Bloomberg ha individuato proprio quel livello di prezzo come una soglia chiave da cui potrebbero ripartire gli acquisti.
Blanch sottolinea che tutto ciò ha un significato ben preciso, ovvero che il Governo americano vuole mantenere i prezzi abbastanza alti di modo che siano incentivate le trivellazioni, ma allo stesso tempo deve assicurarsi che non siano troppo elevati da far salire nuovamente i prezzi alla pompa di benzina.
Tuttavia, l'analista di BofA ritiene che nel 2023 le quotazioni del greggio saliranno ben oltre gli 80 dollari al barile, fino a raggiungere una media di 100 dollari durante tutto l'anno. La ragione deriva dal rischio delle interruzioni dell'offerta russa, che si misura con quello al ribasso di un rallentamento a livello macroeconomico.
Petrolio: dove investire con prezzo a 80 dollari
Un prezzo di 80 dollari sicuramente sarebbe molto conveniente per le compagnie petrolifere, che considerano qualsiasi valutazione al di sopra dei 60 dollari redditizia. Secondo un altro analista di BofA, Doug Leggate, gli investitori delle società del petrolio potrebbero vedere anni di flussi di cassa importanti e aumenti dei dividendi. Al riguardo, individua le azioni di alcuni produttori energetici da tenere fortemente in considerazione, come Exxon Mobil, APA Corp., Ovinitiv ed Hess. Inoltre, per scelte più difensive, l'esperto propende per colossi come EOG e ConocoPhillips.