Tra UE e Gran Bretagna sarà no-deal su Brexit. Questa almeno è la percezione del mercato in questo momento, che sta spingendo tutti gli indici borsistici in rosso. Le perdite su tutte le Piazze europee in mattinata superano l'1% e anche Wall Street è orientata in negativo.
Secondo i bookmakers di Smarkets la probabilità che durante il periodo di transizione non si arrivi a nessun accordo tra le due sponde è salita al 61%, dal 53% di ieri. Questo la dice lunga sull'aria che tira in questo momento tra gli investitori.
Il negoziato comunque è ancora in corso e sarà difficile che siano previste delle conclusioni alla chiusura del Consiglio Europeo. Entro domenica bisogna giungere a un compromesso e il tempo stringe. A gettare benzina sul fuoco le parole del leader britannico Boris Johnson, il quale ha dichiarato nella giornata di ieri che esistono grosse probabilità che la discussione su Brexit si concluda in un nulla di fatto, vista la distanza tra le posizioni.
Brexit: la paura del no-deal spinge in basso i finanziari
Che si stia profilando un cigno nero di fine anno che annulli il rally di Natale? Una buona parte degli analisti comincia a vedere nero. Secondo Morgan Stanley, l'indice FTSE 250 potrebbe perdere dal 6% al 10% nel caso in cui vi sia un'hard Brexit. Il calo sarebbe più accentuato riguardo le banche britanniche, che dovrebbero cedere dal 10% al 20%, in funzione del fatto che la BoE spedisca o meno i tassi d'interesse in territorio negativo.
La stessa banca d'affari ha in programma di spostare il prossimo anno 120 miliardi di dollari da Londra a Francoforte, proprio in conseguenza della Brexit. Il settore dei servizi finanziari potrebbe essere quindi particolarmente colpito senza un accordo commerciale e tale allarme è stato lanciato anche dalla Banca d'Inghilterra.
Tutto questo è stato oggi immagazzinato dagli investitori che hanno venduto a mani basse i titoli bancari. Barclays ad esempio cede il 5% a Londra, così come l'altra grande banca britannica NatWest che perde il 6,7%. Non vanno molto meglio le cose nemmeno per Lloyds Banking Group che subisce un calo del 4,85%.
Una piccola dose di ottimismo giunge da Elsa Lignos, Global Head of FX Strategy di Rbc Capital Markets, che crede ancora nella possibilità che in extremis si arrivi a un aggiustamento e che i ribassi odierni preparino il terreno per un grande sprint finale.
Brexit: la Sterlina sotto attacco
Anche il Pound oggi è martellato dagli short. La valuta britannica perde terreno nei confronti di Euro e Dollaro USA con percentuali che lambiscono l'1%. Ora si trova ai minimi da un mese a questa parte. Anche la volatilità è schizzata di oltre il 20%, come non accadeva da 8 mesi.
Qualora si dovesse materializzare un no-deal si prospettano mesi difficili per la divisa di Sua Maestà. Di questo ne è pienamente convinto Jeffrey Halley, analista di Oanda, secondo cui le vendite potrebbero portare rapidamente il Cable sotto 1,30.
Alcuni sottolineano l'aspetto che i cali della Sterlina non siano stati così marcati come in passato, quando ci si avvicinava alle deadline su Brexit. Ciò probabilmente significherebbe o che il mercato ha incorporato già nei prezzi l'eventualità di nessun accordo, oppure che alla fine si aspetta un colpo di coda dell'ultimo momento che ripristini una situazione di normalità.