Dopo due settimane monocolore l'ottava appena conclusa ha dato una scossa alle quotazioni di tutte le asset class da investimento. I movimenti sono stati innescati dal meeting della Federal Reserve dello scorso 16 giugno, con l'istituto centrale che ha fatto presagire un innalzamento dei tassi di interesse nel 2023, in anticipo rispetto a quanto previsto.
Ad iniziare a salire è stato il dollaro USA, che contro l'euro si è portato in 48 ore da 1,2150 a 1,1850: un movimento che non si vede tutti i giorni, soprattutto su questo cambio. A venire penalizzato è stato anche l'oro, che in due giorni ha perso 100 punti passando da circa 1.860 dollari l'oncia a 1.760 dollari.
Personalmente ho una visione rialzista di lungo periodo e vedo in questi livelli ottimi punti di ingresso per operazioni di lungo periodo. Non credo che l'inflazione sarà un fenomeno passeggero e proprio per questo motivo vedo nel metallo giallo e in altre materie prime un buon investimento. Se all'equazione aggiungiamo una crisi futura, per ora poco probabile, abbiamo nel prezioso per eccellenza un asset da detenere nel prossimo periodo.
I mercati azionari hanno invece messo la retromarcia. In questo decennio, nulla fa più paura agli operatori del mancato supporto delle Banche centrali. Il solo accenno ad un futuro innalzamento del costo del denaro ha fatto cedere in un paio di giorni dal 2 al 4% i principali indici di Borsa a livello globale.
Unica eccezione il NASDAQ-100, che è arretrato di poco dopo aver conseguito l’ennesimo record storico a quota 14.217 punti. Spesso quando tutto va bene, come nel mercato azionario degli ultimi 12 mesi, ci si dimentica che un imprevisto può cambiare totalmente lo scenario. Quello che abbiamo visto è nulla in confronto allo storno che i prezzi avrebbero se circolasse veramente l’idea di uno stop di Fed e BCE.
Al momento questo non lo vedo come lo scenario futuro più probabile, ma senz’altro è un’ipotesi che va tenuta in considerazione quando si costruiscono strategie di trading e non si può procedere solo con un’idea ma bisogna avanzare sapendo che in qualsiasi momento potrebbe succedere qualcosa che fa cambiare direzione al vento.
Diario di trading: come è andata la scorsa settimana
Analizziamo ora las mia operatività rispetto alle idee presentate nello scorso articolo:
- Lo short su EUR/USD è andato oltre il target in quanto ho seguito in diretta la forte discesa del cambio e spostato il take profit di mezza figura a circa 1,20. Nelle ultime ore della settimana ho provato ad intercettare un rimbalzo da 1,19. Quest'ultima operazione ha portato a una piccola perdita visto che le quotazioni hanno chiuso venerdì sera a circa 1,1860.
- Lo short settimanale sul NASDAQ-100 ha colpito lo stop loss a 14.150 punti, mentre le strategie ribassiste in apertura sono state profittevoli in 4 giorni su 5.
- Il long sul Bitcoin è stato chiuso in profitto, con i prezzi che hanno colpito il trailing stop a 40.000 dollari.
Diario di trading: le strategie operative della settimana
Le idee per la settimana appena iniziata sono:
- Long oro da 1.750 dollari con posizione settimanale. Il target sarebbe identificato a 1.850 dollari, mentre lo stop loss a 1.730 dollari.
- Long Bitcoin da 35.000 dollari con stop localizzato a 32.000 dollari e l'obiettivo a 44.000 dollari.
- Oltre allo scalping ribassista nelle aperture, si potrebbero valutare strategie di matrice short sul NASDAQ-100 da 14.000 punti con stop loss a 14.150 punti e target a 13.550 punti.
Buon trading a tutti!