Le elezioni politiche italiane hanno assegnato alla coalizione di centrodestra il compito di formare il prossimo Governo, come era ampiamente nelle attese. Fratelli d'Italia è risultato il primo partito dello schieramento, avendo conseguito il maggior numero di voti. Pertanto, come risulta dagli accordi delle forze politiche che compongono la maggioranza, sarà il suo leader a essere proposto al Presidente della Repubblica per la nomina a Presidente del Consiglio.
Stiamo parlando di Giorgia Meloni, che diventerà la prima donna nella storia italiana a sedere a Palazzo Chigi. Vediamo quindi di conoscere un po' di più sull'esponente di spicco del partito rappresentativo della destra italiana, partendo dalle sue origini e ripercorrendo tutta la sua carriera politica.
Giorgia Meloni: origini e studi
Giorgia Meloni nasce a Roma il 15 gennaio 1977, dal padre Francesco, commercialista cagliaritano, e dalla madre messinese Anna Paratore. All'età di 12 anni Giorgia si ritrova senza una presenza paterna, in quanto Francesco Meloni lascia la famiglia ed emigra alle Canarie.
Nel frattempo la famiglia si sposta da Roma Nord al quartiere della Garbatella, dove la Meloni compie gli studi di maturità linguistica diplomandosi nel 1996 presso l'istituto professionale Amerigo Vespucci con il massimo dei voti.
Non si iscrive all'università perché già da giovanissima intraprende la carriera politica, aderendo all'età di 15 anni al Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano (MSI). Recentemente ha dichiarato: "vengo presa in giro perché non mi sono laureata. Non mi sono potuta laureare. Secondo voi l'avrei presa una laurea? Mi mantenevo da sola. Studiavo, facevo già politica, tante cose. Ci sono tantissimi ragazzi come me”.
Giorgia Meloni: la carriera politica
Nel 1996 Giorgia Meloni viene nominata responsabile nazionale di Azione Studentesca, il movimento studentesco di Alleanza Nazionale (AN), partito risultato dall'evoluzione dell'MSI. Tra i giovani del movimento di destra sale alla ribalta e nel 1998 vince le primarie di AN per l'XI Municipio di Roma, che le vale l'elezione a Consigliere della Provincia di Roma per il partito. Nel 2001 il Presidente Gianfranco Fini la nomina coordinatrice del comitato nazionale di Azione Giovani, di cui diventa Presidente nel 2004. Nel frattempo Meloni prende il titolo di giornalista professionista e scrive per il quotidiano Secolo d'Italia.
L'approdo in Parlamento avviene nel 2006, quando è eletta alla Camera dei Deputati nella lista di Alleanza Nazionale, diventando all'età di 29 anni la più giovane donna parlamentare della legislatura. Inoltre, ricopre un ruolo molto importante come uno dei Vicepresidenti di Montecitorio fino al 2008. Con le elezioni dello stesso anno e la formazione del quarto Governo Berlusconi, ottiene un altro incarico di prestigio per la sua età, ovvero Ministro per la Gioventù. Con questo ruolo, Giorgia Meloni è il più giovane ministro della storia repubblicana del nostro Paese.
Nel periodo del suo Ministero, Giorgia si distingue per un pacchetto da 300 milioni di euro denominato Diritto al Futuro, attraverso cui vengono impiegati fondi per i giovani imprenditori, i precari e gli studenti. Nel 2012, in piena crisi finanziaria in cui è coinvolta l'Italia, vota a favore della legge Fornero per unirsi alla linea tracciata in quel momento dal Popolo delle Libertà (PdL) di cui fa parte. Tuttavia, in seguito si è detta contraria a tale riforma, votata solo per ragioni di opportunità.
Giorgia Meloni: la fondazione di Fratelli d'Italia
Il 20 dicembre 2012 Giorgia Meloni lascia il Popolo delle Libertà a causa della rinuncia del Presidente Berlusconi di far disputare le primarie a cui la donna politico romana aveva posto la propria candidatura. Quindi, insieme a diversi esponenti della destra italiana, fonda un nuovo movimento politico che viene chiamato Fratelli d'Italia (FDI) e che mantiene comunque l'alleanza con il PdL.
Dopo l'elezione a capogruppo della Camera nel 2013, Meloni diventa il Presidente di Fratelli d'Italia l'8 marzo 2014. Alle elezioni europee di quell'anno si candida come capolista, ma il partito non ottiene l'accesso al Parlamento Europeo in quanto non supera la soglia di sbarramento del 4%. A quel punto stringe un'alleanza con la Lega di Matteo Salvini portando avanti una campagna di contrapposizione nei confronti dell'Europa, reputandola troppo burocratica e germano-centrica.
Nel 2016 si candida a sindaco di Roma per il centrodestra al posto di Guido Bertolaso, indicato precedentemente come rappresentante della coalizione per elezioni comunali. Tuttavia, al primo turno, con il 20,7% dei voti, non riesce ad arrivare al ballottaggio che incorona poi Virginia Raggi come primo cittadino della capitale. Verso la fine del 2017 viene riconfermata capo del partito al congresso di Fratelli d'Italia e, alle elezioni politiche del 2018, viene rieletta nel collegio uninominale di Latina. Il suo partito migliora nella preferenza degli italiani, passando dall'1,9% delle precedenti urne al 4,3%, ma soprattutto si prepara a un'inarrestabile ascesa.
FDI negli anni ha puntato sul mantenimento di una certa coerenza sul fronte dell'appartenenza politica nei giochi di palazzo, evitando qualsiasi forma di partecipazione a un esecutivo non risultante espressamente dalle preferenze degli elettori. Lo ha dimostrato nel 2018, quando si è formato il Governo giallo-verde e recentemente con il Governo Draghi, rimanendo l'unico partito di opposizione.
Giorgia Meloni: le idee politiche
Le idee politiche di Giorgia Meloni sono quelle di una destra reazionaria, conservatrice e cristiana. Nel decennio passato ha sostenuto posizioni molto dure nei confronti dell'Europa, al punto da far annoverare il suo partito tra le forze nazionaliste e populiste che, agli occhi dei mercati finanziari, potevano rappresentare un rischio per il Paese.
Durante la crisi dei PIIGS, ad esempio, ha lanciato accuse ben precise in merito alla gestione della situazione debitoria dei vari Stati e delle politiche fiscali austere messe in campo da Bruxelles. Ha anche contestato l'atteggiamento della Banca Centrale Europea sul discorso legato all'intervento monetario condizionato alla logica del rigore e dei parametri stretti di bilancio.
Secondo alcuni, un'avanzata della destra italiana avrebbe potuto compromettere la stessa permanenza dell'Italia nell'Unione Europea e la sopravvivenza dell'euro. Negli ultimi anni, Meloni ha ammorbidito alcune sue posizioni, specificando più volte che il suo partito non ha alcuna intenzione di mettersi in contrapposizione con l'Europa ed escludendo categoricamente un percorso autonomo dell'Italia. Tuttavia, non ha mai fatto mistero dell'idea di non accettare tutto ciò che viene imposto dai piani alti di Bruxelles, ma di voler cambiare alcuni aspetti strutturali dell'apparato normativo ed esecutivo dell'UE.
Ragionando in un contesto più ampio, ha sostenuto che il suo partito assume una connotazione assolutamente filo-atlantica, accusando soprattutto gli avversari politici del Movimento 5 stelle di aver strizzato l'occhio alla Cina. Una mossa, quest'ultima, che potrebbe rivelarsi pericolosa per tutta l'Europa, a suo dire.
Giorgia Meloni si è da sempre opposta alla politica immigratoria fatta dai Governi di centrosinistra, schierandosi a favore di un contenimento dei flussi e proponendo un blocco navale attraverso accordi con Paesi come la Libia, da cui partono molti clandestini. Questa la reputa l'unica soluzione per "evitare di fare il gioco degli scafisti e dei trafficanti di essere umani", ha ribadito più volte. Inoltre, si è detta sempre contraria allo ius soli, opponendosi alla concessione della cittadinanza ai figli minorenni degli stranieri nati e cresciuti in Italia.
Durante il periodo del Covid-19, la leader di FDI ha contestato la gestione della pandemia dei Governi Conte I e II, con riferimento alle chiusure, al green pass e all'obbligatorietà del vaccino.
In qualità di donna cristiana, ha espresso contrarietà al matrimonio omosessuale, alle unioni civili gay e all'adozione di figli per tali coppie. Allo stesso modo ha ostracizzato fermamente qualsiasi forma di legalizzazione dell'eutanasia e della cannabis.
Non ha mai accettato il reddito di cittadinanza come una misura in grado di eliminare la povertà nel Paese. Anzi, ha puntualizzato che comporterebbe il mantenimento a un tale stato del sussidiato, in quanto costui non sarebbe indirizzato nel mondo del lavoro e, quindi, non avrebbe modo di migliorare economicamente la sua posizione. Tuttavia, Meloni ha criticato aspramente certe storture del mercato del lavoro, ponendo il problema dello sfruttamento della manodopera con salari da schiavitù.
Non troppo chiare le posizioni sulla crisi energetica, nel senso che FDI propone il disaccoppiamento delle bollette con riferimento al gas e alle altre fonti di energia; però, nelle misure da adottare per sostenere famiglie e imprese dal caro bolletta, non si capisce bene se vorrebbe farlo con uno scostamento di bilancio o meno. Su tutta la questione ci sono delle divergenze con il suo alleato di Governo, la Lega di Matteo Salvini, che vorrebbe intervenire subito anche a debito. Questo potrebbe essere un motivo di attrito tale da creare qualche scricchiolio nella solidità della maggioranza.