La crisi delle criptovalute nel 2022 ha comportato grandi difficoltà per le aziende del settore spingendo alcune aziende a chiedere la protezione del Chapter 11 della legge fallimentare statunitense. Tra queste si ricordano il prestatore crittografico Celsius, l'exchange Voyager Digital e il fondo d'investimento di valute digitali Three Arrows Capital. Altre si sono trovate in grande difficoltà, come ad esempio un altro grande prestatore crittografico, BlockFi.
In questi e in altri casi ha recitato un ruolo importante Samuel Bankman-Fried, fondatore e CEO dell'exchange FTX, che si è offerto di andare in soccorso dal punto di vista finanziario di tali aziende in modo da evitare che tutto il settore potesse naufragare. Questo gli è valso la nomina di prestatore di ultima istanza del mondo crittografico, affibbiatagli dagli esperti del settore. Vediamo allora di conoscere la storia e le caratteristiche di questo imprenditore poco più che 30enne salito alla ribalta negli ultimi anni.
Sam Bankman-Fried: biografia
Sam Bankman-Fried nasce il 6 marzo 1992 a Stanford, negli Stati Uniti, da Joseph Bankman e Barbara Fried, docenti della Stanford Law School. Alle scuole superiori frequenta il Canada/USA Mathcamp, un programma estivo per studenti dotati di particolare talento matematico. A 18 anni si iscrive alla facoltà di Fisica al Massachussets Institute of Technology, dove si laurea nel 2014 a soli 22 anni. Durante gli studi universitari, nel 2013, viene assunto come stagista presso la Jane Street Capital, società specializzata nel trading di ETF, e dopo la laurea viene inserito nell’azienda a tempo pieno.
Nel 2017 lascia Jane Street per trasferirsi a Berkeley, California, dove lavora come direttore dello sviluppo per il Centre for Effective Altruism. A novembre dello stesso anno fonda Alameda Research, società di trading quantitativo, con circa un milione di dollari presi dai suoi risparmi e con il denaro prestato da parenti e amici.
In quel periodo si mette in luce per alcune operazioni di arbitraggio su Bitcoin, approfittando della differenza di prezzo tra il Giappone e l'America. Il movimento di denaro in quei giorni arriva fino a 25 milioni di dollari al giorno. Bankman-Fried si rende subito conto che il mercato non è efficiente e quindi che può comprare Bitcoin negli Stati Uniti e venderli in Giappone a un prezzo maggiorato del 30%.
Nel 2018 si trasferisce a Hong Kong e l'anno successivo fonda l'exchange crittografico FTX, con una parte di profitti presi da Alameda e con il denaro raccolto presso alcune piccole società di venture capital. L'inizio non è dei più facili, ma poi l'exchange trova un segmento di mercato rappresentato dagli investitori più sofisticati, offrendo loro prodotti derivati come opzioni su Bitcoin e futures su Ethereum. La sede di Hong Kong è ideale, perché in USA Bankman-Fried è privo delle licenze necessarie per operare nel mercato altamente regolamentato dei derivati.
FTX incassa tra lo 0,005% e lo 0,07% di commissione per ogni operazione, in un contesto di volumi in crescita. L'azienda arriva a una media di scambi giornalieri di 11,5 miliardi di dollari e a circa due milioni di utenti nel 2022, il che la rende il quarto exchange di derivati al mondo dopo Binance, OKEx e Bybit. Lo scorso anno Forbes inserisce Sam Bankman-Fried nella lista Under 30 Finance dei miliardari sotto i trent'anni. Mentre quest'anno è stato classificato al 60esimo posto nella lista dei miliardari di Forbes, con un patrimonio netto di 24 miliardi di dollari.
Sam Bankman-Fried: un prestatore di ultima istanza
Quando è scoppiato il terremoto sulle criptovalute, con l'implosione della stablecoin TerraUSD e del token collegato LUNA, molte aziende hanno rischiato la bancarotta e Sam Bankman-Fried si è prodigato per fornire un salvagente. L'insolvenza dell'investitore Three Arrows Capital ha messo in grande difficoltà il prestatore di valute BlockFi e il broker Voyager Digital.
Entrambi si sono rivolti al giovane miliardario, che ha fornito una linea di credito revolving di 250 milioni di dollari a BlockFi risollevandola dal pantano e un prestito di 485 milioni di dollari (distribuito in 200 milioni in contanti e nella stablecoin USDC; 285 milioni in 15.000 Bitcoin) a Voyager Digital. Tuttavia, in quest'ultimo caso il sostegno non è stato sufficiente a evitare il ricorso al capitolo 11 della legge fallimentare USA, che prevede la protezione dalla liquidazione del patrimonio e la ristrutturazione dell'azienda. Sam Bankman-Fried ha lanciato un avvertimento inquietante, quando ha dichiarato che alcune piattaforme di criptovalute sono silenziosamente insolventi.
Sam Bankman-Fried: patrimonio e investimenti
Il patrimonio di Bankman-Fried, stimato in circa 24 miliardi di dollari, è quasi tutto impiegato nella sua attività, ovvero poco più del 50% nella quota di partecipazione di FTX e circa 11 miliardi di dollari in token FTT di FTX, utilizzati per fare pagamenti o applicare sconti. Inoltre, il ricco stanfordiano possiede qualche miliardo di dollari in quote di altre criptovalute che ha finanziato. Per il resto, niente contanti o portafogli d'investimento bilanciati tra azioni e obbligazioni. Questo aspetto lo distingue in maniera particolare dagli altri componenti della classifica dei 50 americani più ricchi.
Sam Bankman-Fried: filantropia e politica
L'imprenditore 30enne si è contraddistinto per aver appoggiato alcune cause come la riduzione della povertà nel mondo e la sicurezza dell'intelligenza artificiale. Per questo ha effettuato donazioni per oltre 25 milioni di dollari. Tra l'altro, ha sostenuto l'impegno di donare l'1% delle commissioni nette di FTX ad associazioni benefiche. Un tema discusso è quello dell'emissione di carbonio derivante dalle criptovalute, con le quali Bankman-Fried ha fatto i soldi.
L'enfant prodige ha affermato che le preoccupazioni sono legittime ma che le cripto non sono un'anomalia, visto che generano emissioni di 2 o 3 volte quelle di un'azienda media e non di 20 o 30 volte. Inoltre, ha precisato che FTX acquista i crediti di carbonio per compensare i consumi e investe in tecnologie che consentono la cattura e lo stoccaggio di CO2. Dal punto di vista politico, Bankman-Fried ha effettuato alcune donazioni, come quella di 5,2 milioni di dollari per la campagna elettorale di Joe Biden durante le elezioni presidenziali del 2020.