Paura e avidità. Sono questi i sentimenti principali che dominano i trader sul mercato di fronte a un investimento come quello in Bitcoin. E se ne sono resi conto in questi ultimi tempi gli investitori dopo l'altissima volatilità che ha interessato la criptovaluta.
La paura ha imperversato allorché dalla vetta di 40.000 dollari, Bitcoin è arretrato rapidamente di 10.000 dollari, perché in ognuno si era istillato il terribile sospetto di essere saliti sul treno troppo tardi. L'avidità si sta facendo più che mai sentire adesso, dopo che l'uomo più ricco del mondo Elon Musk ha soffiato sul rally comprando 1,5 miliardi di dollari della valuta digitale.
Come orientarsi quindi in questo contesto? Vi è uno strumento molto utile che fornisce un aiuto per capire quanto nel mercato in un certo momento domini l'uno o l'altro sentimento. Questo è il Fear&Greed Index, un indicatore che ha valori compresi tra 0 e 100.
Quando il valore si avvicina allo zero significa che gli investitori sono estremamente preoccupati e quindi potrebbe essere un segnale d'acquisto. Quando l'indicatore è vicino a 100, è il caso di allarmarsi perché è probabile il rialzo in atto sia al capolinea. Solitamente oltre 60 si ha già un segnale che il sentment di mercato è contrassegnato dall'avidità, sotto 40 vuol dire che sta predominando la paura.
Fear&Greed Index: quali informazioni sta dando su Bitcoin
In questo momento cosa esprime il Fear&Greed Index? Adesso l'indice è circa 95, quindi in prossimità della massima propensione al rischio. Gli investitori sono travolti da un eccesso di entusiasmo e l'avidità estrema li spinge a rischiare pur di non perdere un'occasione considerata irripetibile. Ancor più che gran parte degli analisti è convinta che lo spazio per crescere per Bitcoin sia tanto e che la quota di 100.000 dollari sia un obiettivo alla portata e raggiungibile in breve tempo.
In passato il barometro si è avvicinato anche al valore minimo e questo è avvenuto proprio in quei momenti in cui molti percepivano che la criptovaluta fosse l'ennesimo strumento in bolla che si stava sgonfiando. Ciò è avvenuto ad esempio a febbraio del 2018 o anche a marzo del 2020 nel periodo di piena prima ondata pandemica.
Nel 2021 l'indice si è mantenuto per il momento sempre su livello medio-alti, con dei picchi minimi il 22 gennaio quando ha toccato quota 40 e il 28 gennaio quando è arrivato a quota 55. Livelli questi sempre coincidenti con una correzione di un trend rialzista della valuta digitale.
Fear&Greed Index: come viene costruito
Per il Bitcoin l'indice è stato costruito nel 2018 e ancora non comprende le altre criptovalute, mentre viene utilizzato ovviamente per gli altri strumenti finanziari più tradizionali. La misurazione del sentiment di mercato viene fornita attraverso i vari fattori che insieme contribuiscono, con diversi pesi, alla composizione dell'indice, ossia:
25% Volatilità: in realtà viene effettuata una misurazione della volatilità attuale e del valore minimo del Bitcoin in un certo lasso di tempo, poi viene fatto il confronto con i valori medi degli ultimi 30 e 90 giorni. In questa maniera si ha la misura della crescita o meno delle oscillazioni di prezzo. Nel caso in cui vi è un'impennata fuori dal comune della volatilità, questo è un segno che il mercato comincia ad aver paura e l'indice tende a volgere verso valori bassi.
25% Momentum/Volume: anche in questo caso il confronto viene esercitato tra il volume attuale e quello degli ultimi 30/90 giorni. Quando i volumi di acquisto crescono in maniera spropositata significa che il rialzo è determinato da eccessiva avidità, la quale indica un segnale di pericolo.
15% Social Media: qui viene misurato il tasso di interazione delle persone su Bitcoin in un certo intervallo di tempo. Se cresce significa che aumenta l'interesse pubblico per la criptovaluta che è solitamente correlabile ad un atteggiamento di avidità.
15% Sondaggi: attraverso una piattaforma di sondaggi pubblici, strawpoll.com, si eseguono interviste settimanali a eventuali investitori in criptovalute, per avere la misura del sentment e farsi un'idea generale sul reale interesse. Non è un fattore questo che viene tenuto moltissimo in considerazione, ma fornisce comunque delle indicazioni utili.
10% Dominio: questo esprime il rapporto tra la capitalizzazione di mercato di Bitcoin e quello delle altre criptovalute. Quando questo rapporto tende a crescere significa che aumenta la paura nel mercato, perché Bitcoin rispetto alle altre viene considerata un pò come una valuta rifugio. Viceversa se il dominio cala, gli investitori sono disposti a mettere i loro danari su cripto più rischiose e ciò è un segnale di incremento dell'avidità.
10% Tendenze: attraverso i dati di Google Trends si ha un'idea sulle ricerche che gli investitori fanno in merito al Bitcoin. Qualora i termini utilizzati ad esempio sono di tipo allarmistico, significa che in quel momento domina la paura e i trader sono più propensi a liberarsi di Bitcoin.