L'operazione di Elon Musk su Twitter ha in un certo senso destabilizzato l'opinione pubblica. Oggi tutti si chiedono quanto potere avrà realmente l'Amministratore Delegato di Tesla e come intenderà usarlo per
cambiare la gestione del social network. Intanto bisogna partire da 3 premesse.
In primo luogo, tecnicamente la partecipazione di
Musk al capitale di Twitter è del 9,2%,
al di sotto della soglia del 10% per la quale un azionista si può considerare attivo. Quindi per ora il miliardario 50enne sarebbe classificato come passivo. In genere questo tipo di azionisti non partecipa ai processi decisionali di un'azienda, ma questo potrebbe anche essere solo un aspetto formale.
Il secondo fatto che va considerato è che Twitter ha fatto notare che la quota di Musk nella società non potrà superare il 14,9% per tutta la durata del suo mandato, che terminerà nel 2024. Ciò non toglie che l'AD di Tesla potrebbe cercare di aumentare quella attuale con ulteriori acquisti in futuro, divenendo anche tecnicamente un investitore attivo.
La terza premessa è che il Consiglio di Amministrazione di Twitter è composto da 11 membri e Musk è stato nominato temporaneamente come dodicesimo perché
Jack Dorsey lascerà a maggio. Questo vuol dire che
qualsiasi proposta dovrà avere l'approvazione degli altri membri dell'organo esecutivo.
Tuttavia, bisogna considerare che la persona più ricca del mondo ha una base di 80 milioni di follower che lo seguono sulla piattaforma, il che lo tiene in una posizione di forza schiacciante rispetto agli altri. Nella giornata di ieri l'attuale CEO di Twitter, Parag Agrawal, ha affermato che Musk avrebbe portato un grande valore al Consiglio, lasciando intendere che potrebbe essere sostenuto da un forte supporto di tutti i membri.
Twitter: cosa farà realmente Elon Musk?
Dando ormai quasi per scontato che Elon Musk non si limiterà a un ruolo da non protagonista, si accende il dibattito tra gli osservatori su quali saranno le modifiche che il nuovo azionista apporterà alla gestione del social media. Il punto cruciale è la libertà di parola messa in primo piano nel recente sondaggio dove Musk chiedeva se Twitter la rispettasse.
L'azienda in questi ultimi anni ha cercato di aumentare le azioni per combattere la violenza verbale, l'incitamento all'odio e la disinformazione nella sua piattaforma, mettendo alla porta addirittura personaggi del calibro di
Donald Trump. Questo però è entrato in conflitto con le idee di Musk secondo cui in realtà
il social network non faceva altro che censurare le libere opinioni.
Quali saranno ora i prossimi passi che egli farà per portare avanti questa sua campagna sulla libertà di parola ancora non è dato di saperlo, ma alcune pillole si possono estrapolare dai suoi tweet recenti, dove si percepisce che potrebbero essere riviste la politica di moderazione e le linee guida di Twitter.
Al riguardo Musk ha anche suggerito che l'algoritmo di Twitter diventi open source, ossia trasparente su come vengono mostrati e promossi i tweet. Questa è un'idea che potrebbe fare breccia nel CdA dell'azienda, avendo soprattutto il supporto di Dorsey che in passato l'aveva promossa.
Una novità in arrivo sarà probabilmente quella del pulsante "modifica" per cui è stato lanciato un sondaggio lunedì 4 aprile. La società ha affermato che sta testando la nuova funzione. Questo consentirebbe agli utenti di modificare i tweet una volta che sono stati pubblicati.
Agrawal aveva risposto al sondaggio scrivendo che le conseguenze sarebbero state importanti e sollecitando quindi le persone a votare con attenzione. Il verdetto però è stato inequivocabile: il 73% si è detto favorevole a introdurre questa novità.
La funzione è stata una delle modifiche più richieste al servizio da oltre un decennio, ma ancora ad oggi gli utenti devono eliminare e inviare nuovamente un tweet per correggere errori di battitura. Nel 2020 Jack Dorsey aveva affermato che mai Twitter avrebbe aggiunto un pulsante di modifica al suo servizio. L'arrivo di Elon Musk ha già prodotto un primo importante cambiamento.