Il 2020 è un anno che difficilmente verrà scordato dai mercati finanziari. Dopo il sell-off avvenuto tra fine febbraio e inizio marzo a causa del Coronavirus gli investitori sono tornati a far fioccare gli acquisti, specie grazie al supporto delle Banche centrali. Ad essere particolarmente premiati sono quei titoli legati alle
società che sono riuscite ad adattarsi ai cambiamenti provocati dal lockdown, in primis quelli del comparto tecnologico che hanno portato l’indice di Borsa NASDAQ-100 a macinare diversi record storici.
Oltre al settore digital, il piano Next Generation EU messo in piedi dal Vecchio Continente per supportare la ripresa economica ha messo al centro la riconversione energetica. Questi due settori saranno i protagonisti indiscussi dei megatrend dei prossimi anni.
Non sarannno tuttavia gli unici temi capaci di catturare l'interesse del mercato.
Un comparto che nel futuro potrebbe catalizzare l’interesse degli investitori è quello aerospaziale. Basti pensare al fatto che il Presidente USA,
Donald Trump, ha rimesso al centro del suo programma la NASA, o che la Space-X di
Elon Musk sia riuscita a portare per la prima volta nella storia dei civili sulla sua navicella spaziale che sta girando intorno al mondo.
Il futuro sembra dunque mettere al centro dello sviluppo e dell'economia i il settore aerospaziale, inteso non solo come esplorazione dell’universo ma anche di creazione di
soluzioni pratiche come la costruzione di un’infrastruttura internet sui satelliti. Infrastrutture che potrebbero fornire la connessione a quelle aree del globo più difficili da raggiungere. In questo quadro, abbiamo chiesto a Fabio Michettoni, trader e ingegnere aerospaziale, di spiegarci le tendenze di questo settore in forte espansione.
Settore aerospaziale: cosa è e tendenze
Per parlare di aerospazio si deve partire da un concetto fondamentale:
l’innovazione, che è una parola d’ordine del settore. Il comparto è molto frammentato a seconda degli obiettivi e delle esigenze che si propone. Al suo interno si include ad esempio il settore
aeronautico, che riguarda il volo e il trasporto delle persone all’interno dell’atmosfera.
Si parla quindi di tecnologie relative all’aeronautica, all’avionica, la costruzione di aerei civili per il trasporto su lunghe distanze e i velivoli militari. Vi è poi
tutto ciò che va al di fuori del perimetro atmosferico: lo spazio. Qui vengono inclusi tutti i ritrovati della ricerca scientifica e tecnologica che si sviluppano esternamente all’atmosfera.
Nei Paesi sviluppati, il settore è fatto dalla collaborazione tra industria pubblica e privata. In diverse Nazioni vengono messi in piedi programmi spaziali finanziati da denaro pubblico.
L’aerospaziale è quindi un comparto a traino statale: si pensi infatti che numerose innovazioni sono state messe a punto in laboratori universitari.
L’iniziativa privata è comunque presente con le cosiddette
space-tech startup, che per raccogliere capitali tendono a ricorrere ai fondi di private equity e non alla quotazione sul mercato finanziario. Vi sono poi quelle aziende già quotate, specie quelle operanti nell’aeronautico, che decidono di investire parte delle loro risorse per la ricerca e produzione aerospaziale.
E sul fronte dello sviluppo di tecnologie spaziali,
l’Italia è tra i Paesi leader del mondo in termini di know-how, non per le dimensioni delle sue aziende, in genere piuttosto ridotte.
Settore aerospaziale: un indice per il Vecchio Continente
Partendo da questi presupposti e sfruttando le sue conoscenze, Michettoni ha creato quello che potrebbe considerarsi come
il primo indice europeo sul settore aerospaziale. Per la costruzione del paniere il trader si è basato sulle società del comparto quotate nel Vecchio Continente
selezionate sulla base dei loro modelli di business, che devono essere ad alto contenuto tecnologico, futuribili, realizzabili e che diano risultati in termini finanziari.
Il paniere è
composto da aziende che presentano salti di capitalizzazione molto elevati. Dei 30 titoli che compongono il listino, il primo capitalizza oltre 50 miliardi di euro, mentre l’ultimo 33 milioni di euro. Per ovviare a questi problemi Michettoni ha posto in essere dei
livelli di capping, ponendo un tetto del 10% ai componenti. Qualora questi titoli dovessero avere un andamento molto positivo, questo non viene preso nella sua totalità, ma ne viene estrapolata una parte e “spalmata” tra tutti i componenti del paniere al di sotto del limite del 10%.
In questo modo si riduce il gap di capitalizzazione, distribuendo inoltre in maniera ponderata il rendimento eccedente la soglia limite. Grazie a questi aggiustamenti
l’indice risulta più stabile e può essere utilizzato come sottostante per la costruzione di strumenti strutturati. Negli ultimi due mesi, sebbene il paniere abbia un andamento negativo, questo ha performato meglio rispetto al benchmark individuato nell’EuroStoxx 50.