Superata l'euforia dei vaccini anti-Covid, i mercati finanziari tornano prudenti. Il numero crescente di contagi e di morti in tutto il mondo per il Coronavirus fa capire che ancora siamo in piena guerra e che la lotta alla pandemia è ancora lunga. Le Borse hanno recepito questo e molte hanno chiuso l'ultima seduta sottotono. Tokyo infatti ha perso l'1,1%, seguendo la scia di Wall Street che ha terminato sotto la parità nei suoi indici principali.
Anche gli indici azionari europei stamane non brillano: solo Piazza Affari segna rialzi vicino all'1%, le altre invece viaggiano intorno alla parità. Ripreso il contatto con la realtà quindi, gli investitori ora si chiedono come poter organizzare il portafoglio per l'anno che verrà. Sarà ancora il caso di scommettere sul rally azionario oppure sarà meglio mitigare il rischio cercando altre opportunità?
UBS: investire nei bond dei mercati emergenti
Un'indicazione in tal senso la danno gli analisti di UBS Global Wealth Management, che guardano al debito dei mercati emergenti con particolare attenzione all'Asia. Secondo gli esperti, effettuando un'accurata selezione è possibile scovare obbligazioni sovrane con rendimenti molto interessanti.
La chiave potrebbe essere quella di compattare il portafoglio con strumenti liquidi e obbligazioni investment grade che partono da tassi bassi, usando però la leva finanziaria per produrre reddito. In modo particolare bisognerebbe indirizzarsi su quei bond che sono denominati in Dollari USA, in modo da evitare eccessiva volatilità a livello valutario.
Fermo restando che, a giudizio di UBS, il deficit più elevato che dovranno sostenere gli Stati Uniti per via dei piani fiscali anti pandemici, avrà ripercussioni sulla forza del Dollaro. In tal caso adottare adeguati strumenti di copertura potrebbe essere anche una soluzione vincente.
UBS: no alle azioni USA
La banca d'affari svizzera si aspetta una ripresa nel 2021, soprattutto in quei settori che hanno avuto la peggio quest'anno rispetto all'indice complessivo dei mercati. Tuttavia gli investimenti azionari dovrebbero essere diversificati guardando ai mercati mondiali in un'ottica di lungo periodo e non limitandosi alle Borse statunitensi. Una migliore performance di altre Piazze finanziarie rispetto a Wall Street sta già avendo luogo. Infatti, mentre da inizio settembre l'indice di Borsa S&P 500 è cresciuto del 3%, quello dell'azionariato globale escluso gli USA è aumentato del 6%.
Il motivo sta nel fatto che la spinta agli indici americani era data essenzialmente dalle aziende a grande capitalizzazione che facevano leva sul fatto che la crisi in atto, dettata dalle chiusure delle attività, aveva mandato al tappeto gran parte delle imprese tradizionali privilegiando la new economy. Oggi, le notizie sui vaccini possono essere un importante catalizzatore degli investitori per volgere lo sguardo verso altri settori che magari esprimono delle potenzialità inespresse.