Affondano i principali mercati azionari mondiali, con gli operatori che
iniziano a fare i conti con i primi numeri della violenza con cui il Coronavirus ha colpito l’economia.
Dopo il crollo del PIL tedesco del 10,1% su base trimestrale per il periodo aprile-giugno 2020 (preliminare), anche gli Stati Uniti sono arrivati alla prova del Prodotto Interno Lordo del trimestre (sempre preliminare). Già la scorsa settimana
il primo incremento delle richieste di sussidio in USA da marzo a 1,416 milioni di unità (ora 1,43 milioni) aveva messo dei punti interrogativi all’entità della ripresa dell’economia statunitense, oggi la conferma.
PIL USA: il peggior crollo di sempre
Il PIL a stelle e strisce del secondo trimestre 2020 ha segnato una contrazione del 32,9%, la peggiore di sempre. Prima di questa rilevazione il record apparteneva alla flessione del 10% del 1° trimestre 1958.
Gli effetti economici della pandemia di COVID-19 si sono dimostrati nel periodo maggio-giugno, con gli Stati Uniti che hanno continuato a registrare nuovi incrementi dei contagi arrivando a quasi 4,5 milioni di casi con inevitabili ripercussioni sulla ripresa delle attività. Sul fronte occupazionale segnaliamo che
nella settimana conclusa lo scorso 18 luglio il numero di americani che ricevono attivamente assegni di disoccupazione è salito da 16,2 milioni a 17 milioni di unità.
Il virus rimane il focus principale anche della Federal Reserve. Nella serata di ieri il Presidente dell’istituto, Jerome Powell, ha dichiarato che gli Stati Uniti si trovano nella peggior recessione della storia e che
la politica monetaria resterà ultra-accomodante fino a quando il virus rimarrà in circolo. Il pericolo principale per il chairman della FED è relativo a una ripresa di forza della pandemia, che avrebbe effetti economici devastanti.
S&P 500: analisi tecnica e strategie operative
Al momento della scrittura, l’S&P 500 si muove in ribasso dell’1% rispetto alla chiusura di ieri. Da un punto di vista grafico, i prezzi del principale indice di Borsa americano sono stati
respinti dal livello orizzontale espresso dai massimi del 12 dicembre 2019 e dal transito della linea di tendenza ottenuta collegando i top del 2 marzo e 7 giugno 2020.
Già nelle scorse sedute le quotazioni avevano evidenziato alcuni segnali di fiacchezza mettendo sotto pressione la trendline che unisce i minimi del 22 marzo e 28 giugno 2020. Mentre l’RSI a 14 periodi sta completando una divergenza di inversione bearish, le candele giornaliere stanno costruendo un
potenziale pattern di Engulfing (che si completerebbe con una chiusura inferiore a 3.212 punti).
Una conferma di questo modello darebbe ulteriore validità al segnale dell’oscillatore, creando le condizioni per una correzione dei corsi.
In questo senso,
un potenziale primo obiettivo obiettivo dei venditori sarebbe localizzato a 3.053 punti, dove passa la media mobile semplice a 200 giorni. Se la pressione ribassista dovesse incrementare, il successivo target si sposterebbe a 2.960,25 punti, supporto ereditato dai top dell’8 marzo 2020.
Discese al di sotto dei 3.203 punti possono essere sfruttate per valutare una strategia di natura short con stop loss localizzato a 3.232 punti e obiettivo principale a 3.145 punti.