Questa mattina Euronext ha diffuso una nota ufficiale nella quale ha confermato l’
interesse della principale Borsa valori dell'Eurozona per gli asset di Borsa Italiana. Le anticipazioni di venerdì scorso hanno avuto seguito. Così come reso noto dalla stessa Euronext, l'offerta non vincolante avanzata al London Stock Exchange Group, un ruolo importante in queta operazione verrà ricoperto anche da CDP Equity e da Intesa Sanpaolo. A riguardo Investire.biz ha raccolto sul mercato alcune anticipazioni su come potrebbe essere portata a termine l'operazione e sul ruolo che avranno in questa partita le due società italiane. Vediamolo insieme.
Borsa Italiana: il ruolo di Intesa Sanpaolo e CDP
Secondo quanto a conoscenza di Investire.biz, il take over di Euronext su Borsa Italiana sarà finalizzato dalla Borsa guidata da Stéphane Boujnah. L'acquisizione sarà tuttavia un primo passaggio. A seguito della acquisizione, Euronext procederà con il lancio di un aumento di capitale. Il valore dell'aumento per il momento non è ancora stato fissato, essendo strettamente legato al prezzo finale che verrà riconosciuto a LSE Group per gli asset di Borsa Italiana.
CDP Equity e Intesa Sanpaolo entreranno in gioco proprio con l'aumento di capitale. Il veicolo che fa capo al Ministero del Tesoro e la banca guidata da Carlo Messina andranno a sottoscrivere parte di questo aumento di capitale e diventeranno così azionisti di Euronext.
Ma quale quota di Euronext avranno Cassa Depositi e Prestiti e Intesa Sanpaolo? L'operazione che si sta mettendo in campo sembra ruotare intorno a un'asse franco-italiana. In questo senso i pesi (e contrappesi) tra i due Paesi dovranno tenere conto di questo fattore, fatto inevitabilmente anche di elementi politici. Ecco dunque che Intesa Sanpaolo, in qualità di prima banca italiana e da anni vera e propria banca sistemica, andrà a sottoscrivere una quota di capitale pari a quella attualmente detenuta in Euronext dalla francese BNP Paribas. La più grande banca francese ha in portafoglio 1,554 milioni di azioni Euronext, pari al 2,22% del capitale. Contattata da Investire.biz, Intesa Sanpaolo non ha commentato le indiscrezioni
In questa direttrice si inserisce anche CDP. Attraverso CDP Equity, il veicolo del Tesoro andrà a sottoscrivere l'aumento di capitale di Euronext per un controvalore tale da permetterle di egualiare la partecipazione di Caisse des dépôts et consignations, l'omologa transalpina che attualmente ha in portafoglio 5,6 milioni di azioni Euronext, l'8% del capitale.
Borsa Italiana: il quadro delle offerte
La cordata capitanata da Euronext, così come le indiscrezioni raccolte sul mercato, sembrano catapultare in pole position l'offerta francese. Questa soluzione sarebbe infatti la favorita anche dal Governo italiano, con il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che la scorsa settimana ha incontrato Stephane Boujnah, Amministratore Delegato della Borsa francese. La presenza nella cordata di CDP e di Intesa Sanpaolo non sono secondarie in quest'ottica e un piano trans-nazionale tra Italia e Francia potrebbe aver la meglio anche se l'offerta avanzata da Euronext non appare la migliore da un punto di vista prettamente economico.
Secondo quanto riportato su Reuters, l’offerta più grande per Borsa Italiana sarebbe infatti quella avanzata degli svizzeri di SIX, che si posizionerebbe quindi davanti a Euronext e Deutsche Boerse. Tutte e tre le proposte sarebbero comprese tra i 3,5 e i 4 miliardi di euro. L’operatore di Borsa svizzero appare molto determinato a portare a termine l’affare, aprendo anche alla discussione per la governance di Borsa Italiana con le autorità italiane. Ricordiamo come Borsa Italiana fu acquistata nel 2007 dal London Stock Exchange per 1,6 miliardi di euro.
Dopo l’acquisto di Bolsas y Mercados Españoles (omologa spagnola di Borsa Italiana) di inizio anno per 2,57 miliardi di euro, SIX è diventata la terza Borsa europea per fatturato. In tal senso, l’operatore svizzero sarebbe disposto a replicare quanto attuato per BME, la quale ha un Amministratore Delegato spagnolo ed è rappresentata nel Consiglio di Amministrazione della capogruppo. LSE è costretta a vendere per soddisfare i requisiti antitrust dopo l’accordo da 27 miliardi di dollari per l’acquisto di Refinitiv.
Il legame tra Italia e Francia, rafforzatosi in questi ultimi mesi in modo significativo anche grazie ai negoziati portati avanti dai due Paesi sul fronte della risposta economica al Covid, potrebbe dunque avere la meglio. Al di là di quella che sarà l'offerta più vantaggiosa da un punto di vista economico, LSE Group non potrà infatti trascurare gli input che verranno forniti dal Governo di Giuseppe Conte. Qualora l'acquirente di Borsa Italiana non dovesse trovare il favore dell'Italia, il Governo potrebbe infatti usare la Golden Power come strumento per salvaguardare un asset fondamentale per il tessuto economico del Paese.