Nella riunione di oggi, la Banca Centrale Europea ha
tenuto i tassi fermi: -0,5% quello sui depositi, 0% quello di rifinanziamento principale e 0,25% quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale. A detta dell’Eurotower, i tassi di riferimento saranno mantenuti tali, o abbassati, fino a quando i target di inflazione non si avvicineranno al 2%.
Il programma
PEPP è stato mantenuto a 1.350 miliardi fino a giugno 2021 e
le previsioni su crescita e inflazione sono sostanzialmente simili a quelle dello scorso giugno. Per quanto riguarda il PIL dell’Eurozona la BCE vede un -8% nel 2020, un +5% nel 2021 e un +3,2% nel 2022. Lo scorso giugno le stime erano per un -8%, +5,2% e +3,3%.
Per quanto concerne invece l’inflazione, le attese sono per un dato negativo nei prossimi mesi, ma nel 2021 la dinamica dovrebbe tornare ad avere il segno più. A penalizzare il dato sarebbero due elementi: la
domanda debole e la forza dell’euro. Le previsioni in questo senso sono: un +0,3% nel 2020, un +1% nel 2021 e un +1,3% nel 2022. Lo scorso giugno le stime erano per un +0,3%, +0,8% e +1,3%.
Riunione BCE: parole Lagarde fanno schizzare il cambio EUR/USD
Nelle scorse settimane si era manifestato il problema della troppa forza del cambio EUR/USD, arrivato fin sopra area 1,20 prima di essere spinto al ribasso dalle parole del membro del Consiglio Direttivo della BCE Philip Lane, il quale ha affermato che il tasso di cambio conta, segnalando inoltre come
l’area di 1,20 sarà presa in considerazione per le future decisioni di politica monetaria.
Nella sua conferenza stampa di oggi la Presidente dell’Eurotower, Christine Lagarde, ha dichiarato che l’istituto ha discusso ampiamente della moneta unica a causa della pressione al ribasso sull’inflazione. La numero uno della Banca Centrale Europea ha però sottolineato come
non ci sia un target sul cambio, anche se questo sarà tenuto sott’occhio per le pressioni negative sui prezzi.
Dopo queste parole il mercato ha reagito spingendo a rialzo l’EUR/USD, che al momento della scrittura veleggia in area 1,1881, segnando un +0,66% rispetto alla chiusura di ieri. Da inizio anno le quotazioni stanno archiviando un saldo positivo del 5,96%, con l’ascesa aiutata dalle misure ultra espansive della FED che indeboliscono il biglietto verde. Un tasso di cambio troppo forte
penalizza le esportazioni delle aziende del Vecchio Continente e favorisce le importazioni dall’estero.