Era atteso già nel mese di agosto, ma il rialzo di 25 punti base sui tassi neozelandesi rimandato in estate a causa del lockdown alla fine è arrivato nel primo meeting di politica monetaria di ottobre. La Nuova Zelanda entra così nel club molto ristretto dei Paesi G10 che hanno già messo mano ai tassi di interesse. Con un ritocco di 25 punti base, il costo del denaro sale allo 0,5%, muovendosi dai livelli di minimo storico post pandemia.
Rialzo tassi Nuova Zelanda: i motivi
I motivi di questo inasprimento monetario non sono molto diversi da quelli norvegesi. Economia che si sta surriscaldando, alta inflazione e prezzi degli immobili alle stelle. L'indice dei prezzi al consumo rimane da controllare, evitando il rischio che si impenni ancora di più. Il dato è ben al di sopra del 4%, oltre il target della RBNZ.
La disoccupazione è scesa al 4% e i prezzi delle case nell’ultima rilevazione risultano saliti del 20% rispetto a un anno fa. L’economia sta crescendo al passo più forte degli ultimi 10 anni. Era il momento di muoversi e la Banca centrale l’ha fatto. Il dollaro neozelandese in realtà non ha reagito benissimo alla notizia e tra poco capiremo dove si potrà posizionare nelle prossime settimane.
La RBNZ ha confermato che nuovi rialzi nel costo del denaro verranno effettuati per ridurre gli stimoli monetari eccezionali di questo periodo. Un solo riferimento generico senza indicare un passo di salita dei tassi (cosa invece fatta in maniera trasparente dalla Norvegia) e questo ha indispettito i mercati che temono nuovi stop qualora la pandemia dovesse rimanere sullo sfondo. Il mercato attualmente sconta tassi di interesse al 2,25% entro la metà del 2023.
Uno dei problemi più seri da affrontare è quello immobiliare. Definendo “insostenibile” la crescita dei prezzi la speranza della RBNZ è quella di raffreddare la febbre attraverso un mix di tassi più alti e un cambio nella legislazione fiscale.
NZD/USD: analisi tecnica e livelli trading
La reazione di NZD/USD non è stata incoraggiante. Il classico buy rumors sell news anche questa volta ha funzionato. In area 0,68 troviamo il minimo di agosto, che aveva innescato un rimbalzo che si è portato esattamente a ridosso della trendline ribassista che guida da marzo 2021.
Figura di continuazione del bull market oppure l’alba dell'inversione di tendenza? Il differenziale tassi gioca a favore del dollaro neozelandese anche rispetto al biglietto verde, ma per il momento il mercato non sembra apprezzare questo carry trade come invece ha fatto con la corona norvegese di recente.
Se questa che si è aperta fosse una finestra favorevole di ingresso, la valutazione di strategie di matrice long a 0,68 appaiono sensate con stop loss identificabile a 0,6750. Se rimbalzo sarà allora l’incremento delle posizioni lunghe dovrà avvenire sopra 0,71. Ma avremo modo di riparlarne.