Ci sono valute emergenti che sono state protagoniste nel 2022. Una di queste, assieme al peso messicano e al sorprendente rublo russo, è stata il real brasiliano. Al consistente premio di rendimento offerto dai bond brasiliani si è aggiunta una rivalutazione della divisa locale superiore al 10% contro euro. Un carry trade di grande spessore che ha trovato nella proattività della banca centrale nel contrastare l’inflazione con l’aumento dei tassi, e nel cambio di guida alla presidenza del paese con la vittoria di Lula alle elezioni di ottobre, dei catalizzatori in grado di spingere molti investitori e trader verso il real.
La lotta all’inflazione sta già mostrando i primi risultati concreti con numeri che ogni mese vengono rivisti al ribasso aumentando i rendimenti reali (tassi di mercato meno inflazione) offerti dalle obbligazioni brasiliane.
Lula entrerà in carica il primo gennaio e dalla sua politica fiscale potrebbe dipendere molto dell’andamento del real nei primi mesi dell’anno nuovo. Il paese è arrivato ad avere un rapporto debito/Pil del 100% e se non verrà intrapreso un sentiero più virtuoso il rischio è quello di vedere un quinto del Pil brasiliano eroso dal pagamento di interessi sul debito e pensioni. Il servizio al debito per il settore privato ha raggiunto nel 2022 il 22%. Questo rimane un pesante fardello per consumi e investimenti. Un maggiore easing monetario servirà per alleggerire questa tensione ora che l’inflazione si sta ridimensionando.
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I tassi di interesse sono rimasti invariati nell’ultimo meeting di politica monetaria al 13,75%, ma i toni della banca centrale sono stati relativamente "hawkish" e indicano come l’autorità monetaria non esiterà ad alzarli di nuovo se la tendenza ribassista dell’inflazione dovesse subire uno stop.
Per il momento i numeri dell’inflazione più recenti sono confortanti. Scendendo sotto il 6% siamo ai livelli più bassi da febbraio 2021. Teoricamente tutto bene se non fosse che c’è una grande incognita sulle prime decisioni che prenderà Lula. Se il ritorno in carica coinciderà con una maggiore generosità in termini di spesa pubblica, il rischio è quello di una ripresa dei prezzi al consumo per effetto di una maggiore domanda. A quel punto il real rischierebbe una maggiore svalutazione.
Continua a rimanere sotto pressione la prima resistenza chiave di EUR/BRL, quel livello di 5,6 oltre il quale verrebbe formalizzato un doppio minimo e che rilancerebbe le quotazioni del cross con obiettivo quota 6. La tendenza dominante trova proprio in zona 5,6 la sua resistenza primaria, rafforzando l’idea che il comportamento del cross su questo livello definirà la direzione del real nei primi mesi del 2023. L’RSI sta anticipando un’evoluzione negativa per la valuta sudamericana nelle prossime settimane. Meglio attendere però la conferma dei prezzi prima di pronunciare le due parole “Sell BRL”.