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NzdUsd sugli scudi con un forte rimbalzo dopo i minimi di marzo capace di riportarlo a ridosso della down trend line di lungo periodo
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Il mercato scommette evidentemente su una ripresa di economia e utili nella seconda parte del 2020 con l'effetto di trascinamento nei prezzi delle commodity
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NzdChf rappresenta un cross simbolico importante. Rischio contro sicurezza ed il break delle resistenze sposterebbe la bilancia a favore del primo
Il primo Paese al Mondo Covid Free festeggia questo piacevole titolo con un rally importante della sua valuta nazionale, che nell’ultimo mese ha guadagnato oltre l’8% contro Usd. Stiamo parlando della Nuova Zelanda e del suo Dollaro, una divisa che ha vissuto sull’ottovolante gli ultimi mesi. Prima un forte down nella fase di risk off dei mercati, ora uno spettacolare up sull’euforia degli investitori internazionali ringalluzziti anche dalla fine della politica del distanziamento sociale in salsa neozelandese.
Non sono certo le politiche monetarie della Nuova Zelanda ad attrarre gli investitori (i tassi sono allo 0,25% ed il QE è attivo), quanto il ritorno di interesse per Cina, commodity e tutto ciò che ruota attorno alla ripresa del commercio internazionale. Essendo un termometro molto sensibile a questo fenomeno, NzdUsd ha risposto in modo sollecito al miglioramento del sentiment ma soprattutto ora si è riportato a ridosso di resistenze significative.
Come vediamo dal grafico, il Kiwi, così come viene chiamato in gergo dagli operatori il cambio NzdUsd, grazie ad un combinato di forza propria e di debolezza piuttosto marcata del Dollaro americano si è riportato a livello di una resistenza assolutamente critica. Dal 2014 NzdUsd mostra un profilo grafico fatto di massimi decrescenti che dopo oltre 700 pips di rialzo sono sotto pressione.
Un movimento sopra 0.655 e poi soprattutto sopra la media mobile a 200 giorni di 0.685 aprirebbe le porte ad un’inversione di tendenza che metterebbe un altro tassello a favore delle commodities per i prossimi mesi. La brutta reazione dei mercati azionari di ieri ha coinciso infatti con un pesante ritracciamento del Kiwi. Per ora le resistenze tengono.
Altro cross molto interessante e che potrebbe regalare soddisfazioni qualora il risk-on dovesse impadronirsi dei mercati definitivamente in una fase due tutta guidata dal mondo commodity è NzdChf.
Dal 2008 ogni volta che il mercato arrivava a 0.57, NzdChf reagiva rimbalzando in maniera vigorosa nei mesi successivi. A marzo 2020 lo sfondamento dei supporti con una discesa fino a 0.53 aveva fatto pensare ad un clamoroso break ribassista di lungo periodo. Sbagliato, era una trappola per orsi e le quasi 10 figure di rialzo di NzdChf si incastrano in un percorso che storicamente in passato ha generato rally compresi tra le 15 e le 23 figure.
Possiamo dire che fino a 0.64/0.65 c’è spazio di salita per il Kiwi prima di incontrare la down trend line che scende dal 2014. A quel punto saremmo di fronte ad un esame di maturità per il Dollaro neozelandese. Il termometro commodity contro finanza segnalerebbe un cambio di passo notevole in tutti gli equilibri dei vari asset finanziari.
Il mercato sta scommettendo forte su una ripresa economica nella seconda parte del 2020 che andrebbe a coinvolgere l’intero settore correlato alle materie prime. Se pensate che questa sarà la volta buona allora andate long di valuta neozelandese. Se la pensate all'opposto avete un trade short servito su un piatto d'argento.