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Il 2020 vivrà una recessione globale decisamente peggiore di quella del 2008, così scrisse il Fondo Monetario Internazionale nelle sue previsioni
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Il mondo arretrerà del 3% nel 2020 secondo il FMI con solo Cina ed India a galleggiare poco sopra lo zero. Malissimo l'Europa
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Due cross valutari molto sensibili alla salute dei mercati finanziari sono NzdJpy e EurNzd. La sensazione è che la discesa della divisa neozelandese è ricominciata
Il Fondo Monetario internazionale rilascia le sue stime di crescita e festa finita sui mercati. Naturalmente quando c’è voglia di prendere profitto (e dopo un rally così poderoso come quello delle ultime due settimane come biasimare i venditori) si prende come oro colato la prima notizia di peso improntata al pessimismo e la si trasforma in capro espiatorio. Così è stato per le previsioni del FMI che si aspetta un Pil globale nel 2020 in contrazione del 3% contro le precedenti previsioni di +3,3% e soprattutto ben peggio di quel -0,1% visto durante la grande crisi del 2008. FMI più confidente sul 2021 dove si aspetta un vigoroso (e forse ottimistico) +5,8%. Per il 2020 gli Stati Uniti dovrebbero perdere il 5,9% di Pil (-2,5% ne 2009) mentre l’Eurozona crollerà del 7,5%. Riescono a rimanere a galla ma veramente per un soffio Cina ed India che secondo le previsioni non dovrebbero andare oltre l’1,2% e l’1,9%. Uno scenario da incubo che ha risvegliato mercati un po' troppo euforici.
Dollaro neozelandese: il termometro dei mercati
Un classico cross che misura la propensione al rischio degli investitori è NzdJpy. Come vediamo dal grafico l’onda 3, quella solitamente più devastante in termini di ampiezza, ha coinciso a metà marzo con un minimo primario anche sui mercati azionari di cui NzdJpy è un’ottima proxy. Il minimo sotto 60 del 19 marzo ha favorito un generoso rimbalzo (la quarta onda?) che ha trovato l’opposizione della resistenza statica offerta dai minimi estivi 2019. Un classico zig zag correttivo che si è spinto poco sopra 66 prima di virare verso il basso ed andare a violare al ribasso la mini trend line rialzista che guidava il rimbalzo. Il MACD sembra essere d’accordo su una nuova zampata dell’orso. L’oscillatore infatti è stato incapace di riportarsi sopra la linea dello zero ed ora torna a puntare lo sguardo verso il basso. Nuovo retest dei minimi in arrivo?
Osservando il cross EurNzd la sensazione è che il mercato ha scaricato un po' di eccessi ribassisti ed ora, smaltite le tossine, è pronto a ripartire. E questa non è una buona notizia per i mercati. Come vediamo dal grafico EurNzd si è andato ad appoggiare sui massimi di ottobre 2018 di area 1.78 prima di formalizzare due candele rialziste molto nette. La prima un classico bullish outside reversal, la seconda una lunga candela rialzista di oltre 200 pips. Anche qui il MACD ha sfiorato, ma non perforato, la linea dello zero, prima di cambiare inclinazione. Un EurNzd che punta area 1.90 non ci sembra utopistico in un contesto di rinnovata avversione al rischio nelle prossime settimane.