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Per Goldman Sachs con la ripresa delle attività produttive gli investitori volteranno le spalle al dollaro
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Diminuiscono i fattori di rischio circa la possibilità di una seconda ondata di contagi
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La Norvegia e la sua valuta sono “ben posizionate per sovraperformare durante il resto della crisi”
Per Goldman Sachs chi investe nel Forex ha un target preciso per le prossime sedute: la corona norvegese. Questa l’opinione degli analisti della banca d’affari statunitense che, questa volta, si trova ad essere short sul dollaro. In breve i fatti.
Perché Goldman sceglie la corona norvegese
La corona norvegese, stando alle loro proiezioni, sarebbe particolarmente ben posizionata nel momento in cui le varie economie internazionali inizieranno a riprendere le rispettive attività. La spiegazione è semplice: non solo i dati epidemiologici della nazione del nord Europa, ma anche le infrastrutture mediche e la sua posizione fiscale gli permettono di avere un forte vantaggio rispetto alle altre nazioni. In particolare la Norvegia, oltre alle azioni di aiuto alle imprese patiti già a marzo, può permettersi di rimpatriare fondi dai suoi investimenti all’estero. A differenza di molte altre nazioni che, invece, devono riuscire a sostenere le rispettive economie aumentando il debito e limitando le agevolazioni fiscali.
Short sul dollaro
Viceversa gli analisti di Goldman tendono a posizionarsi short sul dollaro, moneta tradizionalmente intesa come bene rifugio ma che, visto appunto il ritorno alla normalità, cesserà di essere tale. Una riapertura che, a differenza dei timori iniziali, potrà contare anche su una diminuzione del pericolo circa una eventuale seconda ondata. Infatti, sempre da Goldman la bassa percentuale dei tassi di infezione da Covid viene citata come una prova di una possibile ripresa più tranquilla del previsto.
Il Recovery Fund dell’Europa
A questo la banca Usa aggiunge anche la presentazione del Recovery Fund a marchio Ue come ulteriore tassello verso la fiducia. In realtà, però, a prescindere dalla fiducia di Goldman, visti i tempi e soprattutto un iter molto probabilmente irto di ostacoli, quello europeo è un fattore che merita di essere preso con le pinze. Ad ogni modo in questo quadro generale che vede diminuire i fattori di pericolo, il dollaro è considerato perdente. Invece gli esperti si dichiarano ottimisti sulla corona norvegese, per loro “ben posizionata per sovraperformare durante il resto della crisi del coronavirus”.