La parità può essere un buon livello per tornare lunghi di franchi svizzeri. Considerando che a settembre EUR/CHF stazionava in zona 0,95 e ora galleggia sulla parità, non si capisce perché una valuta così apprezzata dovrebbe essere ignorata adesso che il mercato offre una finestra di ingresso. E come vedremo tra poco anche tecnicamente sembrano esserci le condizioni giuste per aumentare l’esposizione lunga al franco. Esiste poi anche un fattore stagionale che ci dice che negli ultimi 20 anni nel 80% dei casi febbraio è stato un mese negativo per EUR/CHF.
Uno degli indicatori più affidabili che accompagna il momento di EUR/CHF è quello dei tassi reali, ovvero il differenziale di rendimento tra obbligazioni a 10 anni svizzere e della Zona Euro scontando il tasso di interesse nominale dell’inflazione attesa dal mercato.
Riuscendo a contenere l’inflazione su numeri di quasi due terzi inferiori a quelli di Eurolandia, su questo fronte la Svizzera può permettersi di avere in costo del denaro seppur positivo più basso, ma anche rendimenti reali più elevati nonostante tassi nominali più bassi. E questo piace al mercato che continuerà a comprare franchi sulla prospettiva di rendimenti reali seppur negativi in Svizzera, ma più alti di quelli offerti dai bond di Eurolandia.
Poi c’è l’atteggiamento della banca centrale elvetica che per bocca del suo Governatore non si è detta preoccupata per la rivalutazione del franco e che gli esportatori al momento non hanno mostrato segnali di insofferenza. Segno che di interventi sul mercato forex non ce ne saranno.
EUR/CHF: attenzione alla trendline discendente
Infine c’è l’analisi tecnica che ci permette di apprezzare il livello tecnico di rilievo raggiunto da EUR/CHF. Attorno alla parità troviamo infatti la down trend line che guida il ribasso da settembre 2021.Come già accaduto tra maggio e giugno 2022, il cross non trova tanto nella media mobile a 200 giorni (superata) un punto di resistenza chiave, ma proprio nella down trend line un solido livello di resistenza che tende a concretizzarsi con una price action tipica di fase di distribuzione. Un doppio massimo. Quel doppio massimo che anche stavolta sembra prendere consistenza attorno a 1,01.
Se per il cambio USD/CHF l’abbattimento di quella che in questo caso è una up trend line è già stato formalizzato, per EUR/CHF serve naturalmente una conferma al ribasso. La media mobile a 50 giorni (in transito a 0,99) e il minimo di gennaio a 0,987 idealmente rappresentano quei livelli di supporto al di sotto dei quali eventuali azioni di acquisto di franchi (quindi di short EUR/CHF) andrebbero rinvigorite con l’apertura di nuove posizioni.
Considerando che potrebbero esserci delle sorprese dalle banche centrali, dall’inflazione, ma anche da un mercato che sta recuperando appetito per il rischio, lo stop loss di questa strategia andrebbe posizionato oltre 1,025 visto che qui le due gambe rialziste (con la seconda partita a novembre 2022) si equivalgono in ampiezza.