L’analista tecnico non aspetta di meglio. Un grafico dove una serie di nuove resistenze e vecchi supporti trasformati in resistenze vengono sollecitati nello stesso momento dal mercato. Questa è la situazione dell'EUR/USD, arrivato con uno slancio impressionante all’appuntamento.
Tra poco parleremo dell’analisi grafica dell'EUR/USD, ma prima è doveroso fare il punto della situazione su quello che si aspetta il mercato relativamente ai tassi di interesse, molto spesso la causa di tanti movimenti valutari di rilievo nel mondo.
EUR/USD: a che punto sono le banche centrali
La FED continua a rimanere "hawkish" sui tassi di interesse. Nonostante la diminuzione del tasso di crescita dei prezzi al consumo e alla produzione, ed a dispetto di qualche segnale di evidente rallentamento economico (vedi indici ISM), la banca centrale, a parte la concessione di rallentare il passo della salita del costo del denaro, nel 2023 non ha nessuna intenzione di abbassare i tassi. La recessione o comunque un raffreddamento dei consumi è essenziale per rallentare la galoppata dell’inflazione. I dati del mercato immobiliare confermano questi effetti negativi con una nuova diminuzione nella vendita di case esistenti a novembre.
Powell e i diversi esponenti della FED lo hanno continuato a ripetere nelle ultime settimane; eppure, il mercato non ci crede. Febbraio e marzo secondo gli analisti potrebbero essere gli ultimi due mesi di aumento di 25 punti base nel costo del denaro prima di una lunga fase di decantazione necessaria per comprendere gli effetti della politica monetaria restrittiva.
Dall’altra parte dell’Oceano nonostante qualche rumors che vorrebbe una BCE più timida sui tassi, la Lagarde ha ribadito che la lotta all’inflazione è centrale e che Francoforte non indugerà nel mettere in campo tutte le armi monetarie utile per raffreddare l’inflazione.
In Eurolandia 50 punti base di aumento sono attesi il 2 febbraio mentre più incertezza sull’entità c’è per il 16 marzo. Il mercato stima comunque un picco non oltre il 3,5% nella politica monetaria della BCE.
EUR/USD: l'analisi del grafico
Veniamo adesso al grafico dell'EUR/USD. Il primo aspetto rilevante è la convergenza di resistenze che troviamo in area 1,09. Qui passa la vecchia neck line del testa e spalla ribassista che unisce i minimi del 2016 e del 2020. Qui troviamo anche la parete superiore delle bande di Ichimoku su scala settimanale.
Dopo un rialzo superiore al 10% dai minimi di settembre, il cambio potrebbe (e dovrebbe) prendere un po' di fiato per ricaricare le pile in vista di un nuovo assalto alle resistenze. Considerando che i primi due mesi dell’anno sono teoricamente favorevoli al dollaro sarebbe alquanto grave per il biglietto verde sfondare già ora al rialzo la barriera di 1,10. Un sintomo di una debolezza strutturale che non preluderebbe a nulla di buono per la divisa americana.