Un tasso di cambio che spesso prendo in considerazione all’interno delle pagine di Investire.biz è USD/JPY o comunque quei cross che hanno al loro interno lo Yen. La valuta giapponese è il barometro perfetto per capire il sentiment del mercato non solo valutario ma anche azionario. Il recente segnale fornito dal cambio appare incoraggiante per chi vuole andare lungo di rischio.
La chiusura mensile del mese di gennaio si è resa protagonista di un doppio messaggio. Il primo, quello di un ritorno a ridosso di quella media mobile a 200 giorni che dall’estate scorsa sta contenendo la forza del dollaro USA. Il secondo, forse il più importante, è il modello di key reversal outside mensile.
Il pattern abbraccia con i suoi punti di massimo e minimo la candela ribassista e ha segnalato con un minimo a 102,60 nella prima parte del mese una forte predisposizione del mercato a comprare sicurezza (ovvero Yen), mentre nella seconda parte di gennaio la chiusura sui massimi di 105 ha viceversa segnalato la presa d’atto dello stesso mercato circa la necessità di ricaricare la molla del rischio.
Premesso che solo una rotturadi 105,50 (livello sotto attacco proprio ieri) confermato in chiusura di settimana segnalerà un’inversione di tendenza, chi è investito in asset privi di rischio o comunque difensivi deve drizzare le antenne. Ci rivolgiamo in particolare ai possessori di tasso fisso a lunga scadenza americana e oro. Solitamente infatti una debolezza di Yen coincide anche con quella di questi asset.
USD/JPY: i motivi della debolezza dello Yen
I motivi di questa fase di debolezza della valuta nipponica possono essere diversi e legati direttamente e indirettamente al Giappone. La percezione che i piani vaccinali stanno per ridare spinta al ciclo economico riporta denaro sugli asset più rischiosi portando ovviamente alla liquidazione di Yen.
Gli hedge fund si sono poi fatti sorprendere con una esposizione netta corta troppo elevata sullo Yen ed ora, affrettandosi a ricoprire, alimentano il calo. Possiamo solo immaginare cosa succederebbe con un sentiment così sbilanciato qualora venisse perforata verso l’alto la resistenza di 105,5. Ci sono però anche motivazioni politiche.
Il premier Suga è in caduta libera in termini di popolarità e questo lo costringerà, prima delle elezioni autunnali, a ricercare soluzioni economiche più aggressive sempre con il sostegno della Bank of Japan. Nuovi piani di spesa quindi per il Paese con il più alto tasso di rapporto debito / PIL al mondo, ma anche una politica monetaria ultra espansiva nel tentativo di combattere una deflazione tornata aggressiva a fine 2020.
Per realizzare i piani che Suga ha in mente prima dell’autunno serve uno Yen debole ed il messaggio che arriva da USD/JPY è proprio questo.