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Tre valute tradizionalmente difensive come Usd, Chf e Yen hanno preso una settimana di pausa nel processo di rafforzamento
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Vediamo quali sono i livelli tecnici da monitorare con maggiore attenzione per capire se il mercato è tornato pro risk
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Per EurUsd salire una chiusura del mese di marzo sopra 1.11 rappresenterebbe un segnale bullish importante
In questa settimana abbiamo assistito a livello valutario ad una situazione di mercati molto ballerini (basta pensare al close negativo a Wall Street lunedì seguito dalla miglior chiusura dal 1933), ma al tempo stesso da una volatilità in contrazione e valute tradizionalmente considerate “rifugio”, in indebolimento rispetto all’Euro. Il segno di una stabilizzazione di mercato? Non direi, più che altro un segnale dell’impatto che le operazioni di swap tra banche centrali stanno funzionando per calmierare un livello di stress che, soprattutto sul Dollaro americano, era arrivato a livelli particolarmente alti causa l’elevata domanda di biglietti verdi arrivati da ogni parte del mondo. EurUsd, ma anche EurJpy ed EurChf, hanno così vissuto una settimana all’insegna del rialzo in un rimbalzo che per il momento classificherei come tale e nulla più.
Euro/Dollaro: il livello strategico è posto a 1,1125
Per quello che riguarda EurUsd, dopo la clamorosa trappola per tori di metà marzo quando il cambio salì a 1.15 spiazzando la maggior parte dei trader, EurUsd è tornato dentro quel canalone ribassista che dal 2018 ne accompagna le sorti con minimi decrescenti. Il bottom di 1.063 rientra in questo scenario di lento ma progressivo bear market di EurUsd che non troverà fine se non con una strutturale e definitiva salita in chiusura di mese al di sopra della media mobile a 12 mesi attualmente in transito a 1.1125. Ricordo infatti che proprio da maggio 2018 EurUsd non ha mai chiuso sopra questa resistenza dinamica.
Euro/Yen: il termometro del rischio
Altro cross particolarmente interessante in questa fase è EurJpy. Anche qui abbiamo la media mobile a 200 giorni che da tempo fa da spartiacque seppur con qualche sforamento temporaneo. Interessante però il potenziale doppio minimo a 116 realizzato dal cross. Interessante perché ci mette nelle condizioni di capire quando tornerà il momento di essere pro risk. E questo momento passerà necessariamente per quella fascia di resistenza compresa tra 122 e 123 (massimi di dicembre gennaio) anche zona di transito della down trend line principale. Oltrepassare quel livello aprirebbe le porte ad un potenziale doppio minimo con tanto di inversione della tendenza con 600/700 pips di potenziale profitto.
Euro/Franco svizzero: quotazioni verso media mobile a 200 giorni
Chiudo con EurChf. Anch’esso protagonista di una fase di rialzo di oltre 100 pips dai minimi con ben 5 sedute consecutive di rialzo. Anche in questo caso siamo inseriti all’interno di un solido canalone ribassista che si muove in modo armonico oscillando tra le 2 deviazioni standard positive e negative di una retta di regressione ribassista. Toccata la banda inferiore a 1.052 il cross si sta spostando verso la parte alta che troverà nella media mobile a 200 giorni di 1.08 il limite di resistenza.
Per tutti e tre i livelli di cambio superare le resistenze sarebbe un segnale interessante di ritorno della propensione al rischio anche nel mondo forex (e penso alle local currency emergenti massacrate in queste settimane).