Continuiamo il percorso alla scoperta della DeFi con la terza categoria di progetti che rientrano nella famiglia delle piattaforme per lo scambio di Asset Sintetici (o Synthetic Asset Exchange Platform). Queste piattaforme, rispetto ai DEX o alle Lending Platform, sono meno conosciuti da parte degli investitori ma giocano un ruolo molto importante nel mondo della finanza decentralizzata. Esistono ancora poche piattaforme che utilizzano gli asset sintetici, ossia gli strumenti finanziari che ne simulano altri, e per capire il funzionamento analizziamo il progetto di punta che sta riscuotendo molto interesse nell’ultimo periodo, tanto da arrivare nella top 3 della DeFi per controvalore bloccato al suo interno.
Synthetix: cosa è e che strumenti utilizza
Synthetix è una piattaforma decentralizzata su Ethereum per la creazione di Synth: asset sintetici on-chain che tracciano il valore degli asset del mondo reale. Per capire bene il funzionamento di questa piattaforma bisogna prima comprendere cos’è un derivato e cos’è un asset sintetico. Con derivato si intende un titolo che deriva il suo valore da un’attività sottostante: ad esempio Futures, Swap e opzioni sono tutti esempi di derivati. Il derivato non ha alcun valore di per sé, ma il suo valore deriva dalle attività sottostanti, come ad esempio azioni, obbligazioni e valute. In questo modo un operatore di mercato può trarre profitto dalla compra vendita di un derivato su Bitcoin senza mai comprare Bitcoin direttamente.
Oltre ai derivati bisogna conoscere anche gli asset sintetici, ossia degli strumenti finanziari costituiti da uno o più derivati. Un utente, quindi, può potenzialmente detenere un asset sintetico sull’oro e speculare sullo stesso senza dover uscire dall’ambito finanziario delle criptovalute. Gli speculatori, in questo ambito, svolgono un ruolo fondamentale perché forniscono liquidità: più liquidità viene introdotta in un mercato, più il costo delle transazioni diminuisce e l’accesso per gli operatori nel mercato aumenta. In questo modo, quindi, gli asset sintetici offrono un modo semplice per scambiare risorse del mondo reale sulla blockchain.
Sythetix: token, utilizzo e categorie
Synthetix è quindi una piattaforma che consente ai suoi utenti di coniare e scambiare risorse sintetiche su Ethereum, scommettendo sui prezzi delle risorse sottostanti usando dei token ERC20, ossia dei token fungibili. Questi Token, chiamati anche Synth (o SNX), tracciano il prezzo di azioni, valute, criptovalute e metalli preziosi: per creare un dollaro sintetico (sUSD) bisogna bloccare dei SNX come garanzia per il sottostante.
Oltre alla vera e propria speculazione su asset sintetici, la piattaforma offre anche lo staking di questi SNX, grazie al quale si può avere diritto alla distribuzione delle commissioni per ogni operazione fatta da parte degli altri utenti (circa lo 0,3%).
Tutti i Synth devono essere supportati da SNX “bloccati” con rapporto di collateralizzazione del 750%. Gli stakers SNX devono quindi gestire il proprio rapporto per essere al di sopra di questa cifra, attraverso il “Burning” (bruciare, eliminare) di Synth o attraverso il minting, ossia il conio di nuovi token. Al momento esistono cinque categorie di sintetizzatori:
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Valute Fiat, come sUSD, sEUR, sGBP, sJPY, e sCHF
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Criptovalute, come sBTC, sETH e sBNB
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Indici di Criptovalute, come gli sCEX (ossia un insieme di Token di Central Exchange)
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Metalli Preziosi, come sXAU e sXAG
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Indici Criptovalute inverse, come iBTC e iETH.
Ad oggi Synthetix ha fornito uno dei protocolli più complessi costruiti al di sopra di Ethereum, portando un altro settore della finanzia tradizionale in quello della finanza decentralizzata. Il protocollo è ancora nelle prime fasi di sviluppo, e altri progetti come Nexus Mutual e MCDEX stanno sviluppando dei protocolli simili. Gli asset sintetici hanno svolto un ruolo molto importante nell’evoluzione della finanza tradizionale e sicuramente faranno lo stesso nella DeFi, non resta che vedere come si svilupperanno questi progetti nei prossimi anni.