Intel Corporation dà una sterzata al suo programma di aumentare la produzione di chip negli Stati Uniti e prevede di investire 20 miliardi di dollari in nuove capacità produttive. In base ad alcune indiscrezioni di stampa, una struttura sarebbe stata costruita vicino a Columbus in Ohio e si aggiungerebbe al piano di 95 miliardi di dollari destinati allo scopo dall'azienda nell'ultimo anno per la produzione europea, oltre agli investimenti in Arizona e New Mexico. Il nuovo impegno dovrebbe creare circa 3.000 posti di lavoro.
Pat Gelsinger, Amministratore Delegato della società, ha dichiarato che questo è l'ultimo passo per ripristinare la posizione di avanguardia del gruppo nel campo dei semiconduttori, dopo che nel 2020 è stato superato da Nvidia come società del settore più preziosa degli Stati Uniti. Gelsinger ha aggiunto anche che il chip shortage dovrebbe rallentare quest'anno, sebbene alcuni colli di bottiglia potrebbero persistere fino al 2023.
Chip: si rafforzano gli investimenti nel settore
La lotta alla carenza di semiconduttori si fa quindi più serrata e sono molte le aziende che hanno incrementato gli investimenti per colmare i deficit dell'offerta. Situazione questa che è pesata molto soprattutto nel settore automobilistico, dove tante strutture hanno dovuto interrompere la produzione tenendo inattivi gli impianti per mancanza di approvvigionamenti.
Questo ha generato un aumento dei prezzi dei componenti elettronici che si è riversato sul costo delle auto. Anche i produttori di PC, notebook e laptop ad esempio hanno dovuto fare i conti con il boom della domanda per i loro dispositivi, ma anche con clamorosi ritardi nelle consegne per effetto della scarsità di alcuni componenti.
L'anno scorso Samsung ha annunciato una spesa di 205 miliardi di dollari spalmata in 3 anni per accrescere la produzione di chip, oltre a un investimento di 17 miliardi di dollari a Taylor, in Texas. Il più grande produttore del mondo di semiconduttori, Taiwan Semiconductor Manufacturing Co., ha stabilito un budget record di 100 miliardi di dollari per il prossimo triennio per incrementare la capacità produttiva.
Nella stessa direzione si stanno muovendo i Governi europei e statunitensi con massicci pacchetti di sussidi per incentivare la produzione ed evitare il ripetersi di interruzioni nella catena delle forniture. Anche perché proprio la scarsità di chip è una delle principali cause della crescita dell'inflazione, che oggi rappresenta una minaccia molto seria per l'economia dei 2 Continenti e che sta costringendo le Banche centrali ad adottare misure restrittive di politica monetaria.
Negli USA in particolare Joe Biden è costantemente incalzato sul tema e lo scorso anno il Senato ha approvato un piano di 52 miliardi di dollari di finanziamenti a sostegno della ricerca, della produzione e dello sviluppo di semiconduttori. Ora però si attende il passaggio parlamentare alla Camera per il via libera definitivo. La mossa di Intel quindi ha ricevuto il pieno assenso della Casa Bianca, preoccupata tra l'altro della competizione asiatica nella produzione a basso costo.
Intel: l'andamento delle azioni in Borsa
I piani d'investimento di Intel potrebbero smuovere le acque in Borsa nel medio-lungo termine, dove le azioni da tempo ondeggiano in un intervallo di prezzo compreso tra un minimo di 43 dollari e un massimo di 69 dollari. In queste prime 3 settimane del 2022 il titolo si è riirato, dopo un buon inizio dove era aumentato di valore di circa il 10%.
Da lunedì di questa settimana infatti si è registrata una perdita del 6,5% in scia al sell-off selvaggio che ha colpito un pò tutto il settore tecnologico. Negli ultimi 12 mesi le azioni Intel hanno perso invece circa l'11%.