Tesla non vive un momento particolarmente esaltante a Wall Street. Sebbene le azioni si siano riprese dal crollo di oltre il 40% dai massimi storici a 900 dollari di inizio anno, le azioni di Tesla stentano a decollare. Anzi, a molti analisti il pullback dai minimi di periodo sembra più una correzione di un nuovo trend ribassista. Sulle sorti di Borsa del titolo della casa automobilistica, nel bene e nel male, incide molto l'ascendente di Elon Musk.
Nelle ultime ore a creare scompiglio intorno al produttore di auto elettriche c'è la notizia che la Security and Exchange Commission l'anno scorso ha ammonito la società di Palo Alto per violazione degli accordi tra le parti in merito ai tweet di Elon Musk.
Il numero uno dell'azienda avrebbe accettato una revisione da parte degli avvocati di Tesla dei post su Twitter prima che diventassero di pubblico dominio. In verità il 49enne sudafricano non avrebbe rispettato il patto per ben 2 volte, nel 2019 e nel 2020, generando una lettera di avvertenza da parte dell'Organismo di controllo della Borsa americana.
Tesla: perché gli investitori non comprano più le azioni
Queste notizie, che in altri tempi non avrebbero scalfito più di tanto il leader dei veicoli elettrici, oggi vengono amplificate in una situazione in cui gli investitori iniziano ad essere molto titubanti sul titolo Tesla. Le azioni scambiano a prezzi esagerati rispetto agli utili attesi e la cosa acquisisce maggiore risonanza se la si rapporta a una concorrenza nel settore che si fa sempre più organizzata.
In aggiunta a questo, vi è la spina nel fianco rappresentata dai chip che in questo periodo storico scarseggiano e stanno mettendo in grande difficoltà gli stabilimenti delle aziende automobilistiche. Mettendo insieme i vari tasselli, gli operatori si chiedono se sia il caso di esporsi su un titolo che ha un costo relativo comunque alto.
Tesla: in arrivo un nuovo split azionario?
Nel tentativo di ridare vitalità a un titolo in questo momento azzoppato, qualcuno ha messo in gioco un'ipotesi molto suggestiva: un nuovo split delle azioni Tesla. L'idea è stata lanciata da Gary Black, analista e money manager di Goldman Sachs.
In un messaggio su Twitter, l'esperto ha scritto che un frazionamento potrebbe essere un ottimo catalizzatore per attirare tutti quegli investitori indecisi o che non hanno magari le risorse per acquistare le azioni a prezzi così alti.
L'ultima volta che Tesla ha effettuato una suddivisione azionaria è stata ad agosto 2021 e, da quando l'ha annunciata fino alla fine dell'anno, il titolo in Borsa ha realizzato un rally del 122%. Questo significa che, nel caso Elon Musk optasse per questa eventualità, le azioni potrebbero ripetere le stesse performance? Alcuni analisti ritengono che sia molto improbabile, in primis per il differente momento storico che l'azienda sta vivendo, in secondo luogo perché ciò che aveva realmente trainato il titolo al rialzo era l'aspettativa di inclusione nell'indice S&P 500, come poi è realmente avvenuto.
Tesla: uno split azionario per tornare a splendere in Borsa
In effetti uno split azionario non incide sui fondamentali della società, ma è pur vero che il rendere più accessibili le azioni per i trader al dettaglio potrebbe anche essere un segnale che in arrivo ci saranno buone notizie per l'azienda, le quali potrebbero spingere in alto il titolo. A quel punto sarebbe estremamente importante che una quantità considerevole di investitori avessero la possibilità di cavalcare una nuova onda rialzista.
In altri termini, se il frazionamento di per sè non è un catalizzatore, potrebbe essere foriero di catalizzatori futuri. Ad esempio driver positivi potrebbero venire dagli sviluppi sulla guida autonoma e dall'avvio dei nuovi stabilimenti di produzione in Texas e in Germania prima della fine del 2021.