Anche il vaccino Johnson & Johnson avrà un richiamo. Questa settimana la multinazionale farmaceutica americana chiederà l'autorizzazione alla Food and Drug Administration per una seconda dose. Finora il siero somministrato dall'azienda era l'unico a essere completato in un'unica soluzione ma, dopo gli studi clinici effettuati nelle 3 fasi di sperimentazione, è stata accertata una risposta anticorpale più robusta con un ulteriore dosaggio, addirittura fino a 9 volte.
Il richiamo dovrebbe avvenire dopo 8 mesi dall'inoculazione della prima iniezione. L'agenzia per il farmaco statunitense si riunirà il 15 ottobre per esprimersi sulla concessione per l'uso di emergenza.
Covid-19: si rafforza la lotta alla pandemia
Per essere sconfitta la pandemia quindi richiede l'artiglieria pesante. Ancora purtroppo il Covid-19 sta seminando vittime in tutto il mondo, soprattutto in Africa dove il tasso di vaccinazione rispetto alla popolazione vaccinabile è ancora al 6% solo con il primo ciclo. Negli Stati Uniti si sono superati i 700 mila morti e gli ospedali in alcuni Stati sono già al collasso.
La variante Delta purtroppo è 3 volte più contagiosa se paragonata al ceppo originario. Ne consegue che una risposta in termini di efficacia del 67% per evitare il contagio e dell'85% per le forme gravi della malattia non può essere più mantenuta dal vaccino Johnson & Johnson. Ecco perché ora l'azienda ha deciso di potenziare le dosi.
Ricordiamo che Johnson & Johnson è un vaccino che fa parte della categoria di quelli a vettore virale, esattamente come AstraZeneca. A differenza dei preparati a mRNA messaggero di Pfizer e Moderna, J&J non inietta direttamente l'informazione per far produrre gli anticorpi contro la proteina spike del Coronavirus, bensì contiene una porzione di DNA incapsulata dentro un adenovirus che serve per riprodurre proprio la proteina rendendo innocuo il virus.
Covid-19: la situazione dei vaccini
Le altre case farmaceutiche che in questo momento stanno distribuendo i vaccini si sono attrezzate per aumentare la risposta immunitaria contro questa pericolosa variante. La FDA ha approvato a settembre la terza dose di Pfizer per le persone che hanno un'età superiore ai 65 anni, i soggetti che corrono il rischio di sviluppare la malattia grave e quelli particolarmente fragili.
Oggi si attende anche un pronunciamento da parte dell'EMA, l'agenzia del farmaco europea. Intanto la campagna di vaccinazione per la terza dose prosegue spedita. In Italia dal 20 settembre è partita la somministrazione per i soggetti immunodepressi, ma la platea si sta allargando agli over 80, ai sanitari e al personale delle RSA. Come Pfizer, anche Moderna ha fatto domanda il mese scorso per il richiamo del suo vaccino e attende il pronunciamento delle Autorità regolatorie.
Johnson & Johnson: come vanno le azioni in Borsa?
La notizia di una seconda dose di vaccino non ha spostato le azioni del colosso farmaceutico che a Wall Street segnano un calo appena sotto la parità nel pre-market. Il titolo proviene da 2 mesi di vendite dopo il massimo storico segnato nel mese di agosto a 179,92 dollari. Da allora il ritracciamento è stato di circa l'11%, che ha smorzato la performance dall'inzio dell'anno all'1,9% e degli ultimi 12 mesi al 9,73%.