La notizia del vaccino Pfizer era attesa da tutto il mondo come quando si attende la fine della guerra contro questo nemico invisibile che tormenta le nostre vite. E i mercati hanno brindato riflettendo sull'economia reale le conseguenze di una novità così importante. Rialzi diffusi in tutte le Borse del pianeta ed euforia alle stelle. Ma tutto questo entusiasmo è giustificato?
Tuttavia di ufficiale non c'è nulla, la Fase 3 della sperimentazione deve essere completata e la scienza predica cautela, anche in rapporto alla tempistica. Di certo però c'è chi di tutta questa fase, in cui il virus ha tenuto in una morsa l'intera popolazione mondiale, ne ha tratto un grande beneficio sui mercati finanziari. Ieri invece, dopo la notizia, ha subito una sonora sconfitta. Si tratta delle Big Tech americane che a Wall Street hanno dovuto fare i conti con vendite diffuse dall'inizio alla fine delle contrattazioni.
Big Tech: tutti i motivi del crollo
Zoom -17,37%, Netflix -8,59%, Peloton -20,29%, Facebook -4,99%, Amazon -5,06%. Sono alcuni dei crolli rovinosi che si sono avuti ieri sul listino americano. Dalla debacle si sono salvate in parte Apple che ha perso solo il 2% e Google che invece ha chiuso poco sopra la parità. Cosa ha spinto gli investitori a vendere a mani basse le azioni delle società tecnologiche? Il Covid-19 ha cambiato radicalmente le abitudini delle persone sia nel modo di vivere la vita di tutti i giorni, sia in riferimento alle scelte commerciali.
Nel primo caso la quarantena ha costretto le persone a casa e quindi a trovare il modo per occupare il tempo. Non solo, molti sono andati a lavorare in smart working, quindi hanno necessitato di mezzi tecnologici moderni per poter interagire con le unità aziendali. Società di intrattenimento come Netflix e di servizi in remoto come Zoom, ad esempio, hanno approfittato della nuova tendenza.
Il gigante dell'e-commerce Amazon è stato avvantaggiato dal fatto che i consumatori hanno spostato dal luogo fisico all'online il mezzo attraverso cui effettuare i propri acquisti. Giocoforza la crescita della domanda dei servizi di tutte questa aziende ha fatto lievitare le quotazioni azionarie in tutto questo tempo.
Con l'arrivo di un vaccino, la prospettiva potrebbe cambiare. Se il Coronavirus venisse definitivamente sconfitto, la gente potrebbe sentirsi libera finalmente di ritornare completamente alla stessa vita di prima e quindi rimuovere in toto i blocchi che l'avevano indirizzata verso altre abitudini.
Il punto sarà proprio questo: una volta terminata l'emergenza sanitaria, l'economia stay at home verrà definitivamente ridimensionata oppure ormai le nuove prerogative di consumo e di lavoro sono entrati a far parte della vita quotidiana di ognuno? Gli analisti sono divisi in questo e solo il tempo ci dirà come la situazione si evolve.
Big Tech: cattive notizie anche dalla Cina
Il mondo tech non sta vivendo un momento estremamente felice. Dopo che dagli USA e dall'Europa sono arrivate pressioni sui giganti del Web in questi ultimi tempi, anche la Cina stringe i cordoni nei confronti delle proprie aziende operanti online. Ieri infatti l'Amministrazione Statale cinese per la Regolamentazione del Mercato ha emesso una bozza con lo scopo di limitare l'esercizio di posizione dominante e di violazione della concorrenza da parte di alcune piattaforme internet.
Ad essere interessati del provvedimento i colossi come Alibaba, WeChat, Ant Group e anche piattaforme per la consegna del cibo come Meituan. L'atto giunge dopo che il Comitato cinese per la stabilità e lo sviluppo finanziario aveva segnalato nel mese scorso l'opportunità di adottare delle misure volte a garantire la concorrenza leale e il divieto di comportamenti monopolistici.
Tutto questo si inquadra in un discorso difficile e delicato, dove le Autorità cinesi hanno negli anni permesso comunque al settore tecnologico di continuare a crescere per tenere la concorrenza con le rivali americane. Per questo Pechino ha evitato finora di adottare una linea dura, però in questo momento è esploso un problema che coinvolge molti e-commerce e piattaforme online la cui crescita verrebbe limitata e che contribuiscono in maniera importante allo sviluppo del tessuto produttivo del Paese.