L'uragano Ida, uno dei più violenti che si siano mai visti in tutta la storia americana, si è abbattuto domenica sulla costa del Golfo provocando già 4 morti e danneggiando le raffinerie e le piattaforme di gas e petrolio. Circa il 17% della produzione di greggio è stata bloccata dalle chiusure degli stabilimenti produttivi dopo l'arrivo della tempesta.
I prezzi dell'oro nero tuttavia si sono mantenuti abbastanza stabili, con le quotazioni del greggio che si sono mantenute in un intervallo compreso tra 68 e 69 dollari al barile. Quanto realmente potrà essere l'impatto dell'uragano sui valori del gas e petrolio dipenderà probabilmente da quali saranno i danni effettivi riguardo la capacità di raffinazione nel Golfo del Messico.
Attualmente le raffinerie del luogo rappresentano all'incirca il 15-20% della capacità totale, producendo 1,5 milioni di barili di benzina al giorno. Negli Stati Uniti circa il 60% della benzina che viene utilizzata sulla costa orientale proviene proprio dal Golfo.
Uragano Ida: quale impatto sui titoli energetici
La bufera di domenica comunque porterà molta volatilità in diversi settori. Migliaia di persone sono rimaste senza corrente elettrica a New Orleans, quindi le società di alimentazione di riserva energetica come Generac Holdings, potrebbero trarne vantaggio. Questa settimana le azioni in Borsa hanno da subito intrapreso la strada del rialzo, incrementando il bottino del 9% della scorsa ottava.
Dal 1° gennaio del 2021, il titolo è praticamente raddoppiato di valore, sospinto dalla stagione degli uragani quest'anno che ha devastato la rete elettrica del Texas, come ad esempio ha fatto l'uragano Uri nel mese di febbraio. La società energetica con sede a Waukesha, nel Wisconsin, potrebbe essere quindi una delle vincitrici di questa ondata di tempeste.
Negli ultimi giorni i titoli chimici hanno perso qualcosa nel complesso, però non è facile prevedere quale sarà alla fine l'impatto dell'uragano sulle quotazioni azionarie. Le raffinerie di petrolio devono spesso bloccare o ridimensionare la produzione, però i prezzi delle materie prime che producono possono aumentare a causa dei limiti dell'offerta. Allo stesso tempo ciò può alimentare un'estrema volatilità di margini e profitti, perché il mercato verrebbe in qualche modo destabilizzato.
Uragano Ida: le opinioni degli analisti
Secondo l'analista di Citigroup, PJ Juvekar, la fornitura di sostanza chimiche a base di cloro alcali potrebbe ridursi, avvantaggiando società come Westlake Chemical, il cui titolo proviene da un rally del 43% negli ultimi 12 mesi.
A giudizio di Neal Dingmann, analista di Truist, il punto adesso è cercare di capire quanto tempo la Regione colpita dall'uragano impiegherà a riprendersi, perché da questo dipende la dinamica dei prezzi delle materie prime.
Se Ida non ha creato grossi danni a livello strutturale allora è possibile che i prezzi tornino nuovamente a scendere. Qualora viceversa le raffinerie saranno costrette a dare forfeit per un periodo di tempo più lungo del previsto, bisogna aspettarsi una crescita delle quotazioni del petrolio. Al riguardo, secondo l'esperto, andrebbero monitorate con attenzione le azioni degli operatori del Golfo del Messico, come Exxon Mobil, Chevron, Occidental Petroleum Corporation e Murphy Oil.