UniCredit ha annunciato che venderà la quota rimanente che detiene in Yapi Kredi Bank, il terzo istituto bancario più grande in Turchia, entro il marzo del 2022. Vediamo i dettagli dell’operazione, l’impatto sulla banca di piazza Gae Aulenti e come operare secondo l’analisi tecnica.
UniCredit cede intera partecipazione in Yapi
Il Cda di UniCredit ha deciso di cedere, in tutto o in parte, l’intera partecipazione detenuta in Yapı ve Kredi Bankası e di inviare a Koç Holding la notifica relativa all’esercizio del diritto di prelazione, in conformità con l’accordo sottoscritto nel 2019. è quanto si legge in una nota della società guidata dall’AD Andrea Orcel. Koç Holding ha confermato la decisione irrevocabile di esercitare il diritto di prelazione.
Di conseguenza, Koç acquisterà azioni Yapı ve Kredi Bankası pari al 18% del capitale, per un corrispettivo totale di circa 0,3 miliardi di euro al cambio corrente, mentre il rimanente 2% dovrebbe essere venduto sul mercato. Il completamento della vendita è atteso nel primo trimestre 2022. UniCredit prevede che l’operazione avrà complessivamente un impatto positivo moderato sul CET1 ratio consolidato, sulla base dei dati al 30 settembre.
Per l'esercizio 2021, assumendo anche altre condizioni, l’operazione genererà un impatto negativo sul conto economico consolidato della banca di Piazza Gae Aulenti di circa 1,6 miliardi di euro (sulla base dei valori al terzo trimestre), derivante principalmente dalla riserva oscillazione cambi relativa alla partecipazione in Yapı ve Kredi Bankası, che non genera impatti sul CET1 in quanto già attualmente rilevata, si legge in una nota della banca milanese.
Azioni UniCredit: comprare o vendere a Piazza Affari?
Il quadro tecnico di UniCredit appare costruttivo nel medio-lungo periodo, se si osserva l'andamento dei corsi sul timeframe giornaliero. Nonostante la recente perdita di momentum, i prezzi si sono mantenuti al di sopra del supporto statico a 11 euro, che conta i minimi registrati a giugno e a ottobre 2021. Segnali di forza su quest’area di concentrazione di domanda potrebbero favorire l’implementazione di strategie di matrice rialzista con primo target di profitto collocabile sui massimi a 12,15 euro.
Un obiettivo più ambizioso potrebbe invece essere identificato in area 12,50 euro. La positività verrebbe meno con una violazione di 11 euro, mossa che potrebbe trasportare i corsi al test del supporto 10,20 euro e successivamente sui minimi registrati a luglio 2021, in area 9 euro per azione.